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Dettagli

2022
Tascabile
29 aprile 2022
348 p., Brossura
9788804756712

Descrizione

Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja è stata ritrovata nell'androne della sua casa moscovita uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Dopo pochi giorni avrebbe pubblicato sul giornale «Novaja Gazeta» i risultati di una sconvolgente inchiesta sulle torture perpetrate in Cecenia dai russi – l'ultimo reportage di una carriera giornalistica sempre all'insegna del coraggio, della verità, della lotta per i diritti e la dignità umani, per la libertà e la democrazia. Quella che ancora, in Russia, non c'è. Testimone scomoda, sempre in prima linea, ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia post-sovietica, gli episodi più drammatici, dalla strage di bambini nella scuola di Beslan al sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka, alla guerra cecena. Questo volume raccoglie alcuni fra i suoi articoli più sconvolgenti ed emozionanti, racconti agghiaccianti che nella loro scarna obiettività rievocano episodi e tracciano ritratti di persone comuni travolte dalle tragedie della storia: la donna che allattava i piccoli ostaggi di Beslan, il bambino ceceno che a undici mesi si è visto rapire la mamma, la madre del guerrigliero "desaparecido", le vittime della pulizia etnica a Mosca... Le parole della Politkovskaja rivelano il terrificante clima quotidiano di una Russia lacerata da violenze e soprusi che si vuole tenere nascosta.

Valutazioni e recensioni

4,7/5
Recensioni: 4/5
(15)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Giornalismo con la 'g' maiuscola.

Recensioni: 5/5

E' un libro molto crudo dove le tristi vicende raccontate appaiono nella loro drammaticità grazie alla scrittura tagliente e forte di Anna. Confesso la difficoltà nell'affrontare alcuni capitoli...il teatro Dubrovka e la strage dei bimbi di Beslan. E' un libro profetico quando ci presenta un'autocrazia che giustifica le sue azioni criminali come antidoto al terrorismo. Anna si pone al centro di questo scontro mostrando coni fatti e i reportage le cause di questo mondo di violenza e terrore oggi più che mai attuale. Libro da leggere a piccole dosi dove ogni paragrafo lascia senza parole costringendoti a fermarti e a riflettere su tanto odio e violenza anche verso chi è del tuo stesso popolo. Un vizio dei russi da tempi immemori, un popolo descritto da Anna come vittima di una elite che non distingue la democrazia dalla dittatura. Lo consiglio a chi vuole per un momento scendere negli abissi di questa storia contemporanea ancora in atto in Russia e non solo.

Recensioni: 5/5

"Il mondo teme una proliferazione nucleare incontrollata - io invece temo l'odio", con questa citazione di Anna Politkovskaja si apre la prefazione a questo straordinariamente intenso volume che racchiude alcuni dei più importanti reportage scritti dalla giornalista russa tra il novembre 2002 ed il settembre 2006, che costituiscono probabilmente la sua condanna a morte. Sì perché di molte cose oggi come allora (e sono passati ormai quasi 13 anni, tra qualche giorno ricorrerà l'anniversario della sua uccisione) è ancora proibito parlare. Anna invece voleva parlare di tutte le cose scomode che riteneva importanti e lo faceva con una precisione ed un trasporto che permetteva al lettore di diventare quasi protagonista delle vicende che venivano descritte nei suoi articoli. Ecco allora che compare davanti ai nostri occhi la Cecenia, attraversata in sette anni di lavoro, e i rastrellamenti, i rapimenti, le torture e i civili vittime della guerra e dell'esercito federale; la vicenda del Teatro Dubrovka di Mosca e quella della scuola di Beslan in Ossezia; ecco la Russia di quei primi anni 2000 con le sue storie di corruzione, di arbitrio e di diritti negati e con l'esempio di quanti a tutto questo hanno detto "no". Dicono che Anna "era bella e con il passare del tempo diventava sempre più bella, perché il volto lo riceviamo da Dio come materiale grezzo, ma poi ce lo scolpiamo da soli. In età adulta dal viso inizia a trasparire l'anima. E lei aveva un'anima bella", e credo che non ci sia migliore modo di conoscerla che ascoltarla attraverso le sue stesse parole.

Recensioni: 5/5

L'unica grande mancanza che ho notato è un buon apparato di note. Ce ne sono alcune, ma per quanto mi riguarda, insufficienti a colmare le lacune di una millennial come me. Mentre i nostri notiziari abbondano di news che riguardano il mondo occidentale, non la stessa cosa si può dire riguardo alle notizie del resto del mondo.