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Questo libretto può essere utile per chi non ha mai ascoltato il progressive e vuole farsene un'idea.Ascolto questo genere da molti anni e devo dire di essere spesso in disaccordo con l'autore.I Jethro Tull(li ritiro in ballo...) sono una band prevalentemente folk rock ma se sono riusciti a fare anche validi album prog vogliamo stroncarli?Lo meritano veramente?Mi trovo a difenderli pur non essendo mai stato uno sfegatato ammiratore di Jan Anderson e del suo flauto troppo invadente.
Francamente mi sembra più che un libro un bignami, dove la fretta e la superficialità si percepiscono in ogni pagina, con giudizi sommari/affrettati su molti dei gruppi e degli album citati, anche quelli più importanti di tutto il movimento. Caso limite e tipico è quello dei Jethro Tull, per i quali, prescindendo da qualsiasi discorso di gusti, di parte o di simpatia (non fanno impazzire neanche me e li ho trovati in effetti sempre piuttosto estranei al movimento progressive rock), non si può liquidare Thick As a Brick, uno dei picchi della band ed ottima suite, con 'il disco non è nulla più che un riff di flauto ripetuto nel corso dei brani!'. due stelle solo per le parole piuttosto lusinghiere nei confronti dei Gentle Giant, almeno quello!
Un manuale sicuramente ben fatto, semplice ma esauriente. Sono sempre stato un amante del progressive. Forse è un fatto generazionale, ma credo che sia stato il fenomeno musicale più coraggioso dall'inizio dell'era del rock , perché ha contribuito a rendere "colta" e definitivamente matura la musica cosiddetta "popular". Un appunto però mi permetto di farlo all'autore . A volte traspaiono un po' troppo i suoi gusti personali e fin qui, diciamo, nulla di strano. Ma mi ha francamente sorpreso la parziale stroncatura nei confronti dei Jethro Tull. Certo, come band non è propriamente progressive, ma credo che Aqualung e Thick as a Brick avrebbero meritato degli elogi.
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