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"Possiamo contemporaneamente dire che tutta l'arte nella sua espressione più alta è profezia, e contemporaneamente che l'arte è espressione di una storia nella quale le immagini sono dei correlativi oggettivi della realtà vivente degli uomini: ed essi possono, per altro, non percepire l'avanzamento di conoscenza che l'arte indica. Quindi la situazione creativa, artistica e letteraria di un'epoca può essere molto più avanzata rispetto a quanto i cittadini percepiscono" (p. 17). "L'arte è contemporaneamente quella prodotta nel tempo in cui io sono vivo, e contemporaneamente tutta l'arte che io ho davanti in quanto, mentre io ci sono, l'arte è un po' più vecchia di me, ma convive con me" (p. 19). "Van Gogh vale più di Mantegna? No, è semplicemente più conosciuto" (p. 22) " "Ho visto la Gioconda!" No, non l'avete vista, avete visto la riproduzione della riproduzione della Gioconda, in condizioni di grande scomodità" (p. 26). "Dio Padre con la barba (...) vede quei due omuncoli e dice: "Ragazzi, vi siete comportati male. Fuori!", e li caccia dal Paradiso, una cosa che ho sempre capito poco perché se c'è una cosa che a me non piace è la mela. Era pieno di kiwi, cocomeri, di albicocche, di pesche, ma questi..." (p. 35). "Tutte le grandi rivoluzioni dell'arte (...) intervengono nei primi dieci, venti anni di un secolo" (pp. 45-47). "Uno come lo immagina Marte? Lo immagina tosto, armato, pronto a combattere, e questo è il primo Marte in riposo, è un Marte immusonito, guardate lì: "Mi tocca di fare Marte". Si mette lì con la pancia che gli cade, lo scudo per terra, la mano sul viso. "Porca miseria oggi non ho niente da fare" " (p. 58, riferendosi al quadro "Il dio Marte" di Velazquez). Da anni dico - con poco successo - che Vittorio Sgarbi è un genio e il miglior improvvisatore della nostra generazione. Questo libro ne dà prova: si tratta della trascrizione di una conferenza tenuta a braccio nel 2012. Colto, divertente, poetico, scurrile, a seconda delle pagine. Leggetelo...!
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