A partire dalla metà del novecento, Elio Fazzalari ha compiuto significativi studi volti al superamento dello schema del “rapporto giuridico processuale” in cui in precedenza era stato organizzato il fenomeno giurisdizionale, giungendo ad enucleare una nozione pregnante di “processo”. Il Maestro, pur inquadrando quest'ultimo fenomeno nello schema del procedimento, ne individua la peculiare caratteristica nel contraddittorio e lo configura come una struttura applicabile al di là del campo in cui storicamente si è originato (i.e., l'attività giurisdizionale). Secondo questa celebre dottrina, il processo rappresenta, in sostanza, una sottospecie del procedimento, da quest'ultimo differenziandosi, appunto, per la presenza del contraddittorio, e cioè per il suo carattere policentrico e per il correlato svolgimento dialettico che lo contraddistingue. Una volta collocato nella nozione di “procedimento” il baricentro del processo, quest'ultimo diventa una struttura che può essere posta al servizio anche di funzioni diverse dalla giurisdizione, in particolare della funzione legislativa ed amministrativa, nonché di attività riconducibili all'autonomia dei privati, tutte le volte in cui l'esercizio di quelle funzioni, o lo svolgimento di quelle attività, richieda la partecipazione al procedimento dei destinatari degli effetti dell'atto finale, su un piano di simmetrica parità. Il progetto di ricerca si sviluppa intorno all'idea di analizzare e riconsiderare la ricostruzione sopra richiamata, sia dal punto di vista della teoria generale del diritto, sia con riguardo ai suoi sviluppi applicativi nei diversi settori dell'agire giuridico, attraverso un approccio multidisciplinare e (in parte) interdisciplinare. La speranza degli autori e dei curatori è che questo volume possa offrire nuovi spunti utili per rinnovare il dibattito sui concetti di processo, procedimento e iudicium.
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