C'è molta realtà, e c'è molta poesia in questo libro. Molta realtà che non è – com'è ovvio – solo ciò che si vede, ma ciò che si vede e il dato percettivo che ne consegue, che è sempre un processo spurio e misterioso, al confine tra dato oggettivo ed esperienza soggettiva. E il lettore di questo libro non potrà che emozionarsi e insieme riflettere di fronte a ciò che vede, che è poi infine, l'enigma dell'arte, e della nascita del bisogno di arte, così come potè avvenire in una qualche grotta del paleolitico, e che si rinnova nelle figure sofisticate – ma sempre vibranti di qualcosa di oscuro e di feroce – del nostro tempo. Ce n'è per ripensare il senso del moderno, di questa immensa congerie di robe, storie, parole consegnate già prima di nascere a uno stato di falsificazione e di disordine, e che pure sembrano portare in sé un'intimità misteriosa, suscitare le forze dell'immaginazione. E l'immaginazione – come ha scritto Bachelard – "aumenta i valori della realtà". Chissà che non ci parli soprattutto di questo la foglia di Cesare di Cola: della coscienza sognatrice, e di tutte le sue vertigini. Dall'introduzione di Giancarlo Pontiggia . Fotografie di Cesare di Cola. Testi di Giancarlo Pontiggia e Roberto Salbitani. Poesie di: Valerio Magrelli, Fabio Pusterla, Wolfango Testoni, Giancarlo Pontiggia, Gian Mario Villalta, Maurizio Cucchi, Cristiano Poletti, Massimo Gezzi, Guido Mazzoni.)
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