Nel panorama molto variegato di teorie sui comportamenti anomali legati al cibo, l'approccio terapeutico strategico-costruttivista proposto da Giorgio Nardone si è dimostrato il più concreto. Esso parte dal dato di fatto che i disturbi delle persone affette da anoressia, bulimia o vomiting sono il risultato di un processo di retroazione tra soggetto e realtà, in cui sono proprio gli sforzi che l'individuo compie in direzione del cambiamento a mantenere immutata la situazione problematica. Lo scopo della terapia in tempi brevi è invece quello di cercare di capire «come funziona» il problema, e non «perché esiste». Ciò permette di trasformare il processo di soluzione da una procedura lenta e graduale a interventi rapidi ed efficaci.)
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