€ 13,20 € 13,90 -5%
disp. immediata

Dettagli

E/O
2018
9 maggio 2018
293 p., Rilegato
9788866329572

Descrizione

«Questo libro non parla di Cernobyl' in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l'avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l'ignoto. Il mistero. Cernobyl' è un mistero che dobbiamo ancora risolvere... Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl' è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l'acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre... Più di una volta ho avuto l'impressione che in realtà io stessi annotando il futuro». (L'autrice)

Valutazioni e recensioni

4,7/5
Recensioni: 4/5
(29)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

L’incidente nucleare di Chernobil, il più disastroso dell’ancor pur breve storia dell’energia atomica, orrendo nella sua tragicità, ha determinato un superamento del concetto di tempo, protraendo i suoi nefasti effetti anche negli anni a venire e definendo un nuovo scalino dell’evoluzione con l’homo chernobiliano. Che cosa è l’uomo chernobiliano? E’ un povero essere che fisicamente e psichicamente è la testimonianza vivente di una tragedia che va oltre ogni possibile immaginazione, tanto che verrebbe da dire che furono fortunati quelli che morirono nelle prime ore successive all’esplosione del reattore numero quattro. La conseguenza dell’incidente è stata il rilascio nell’atmosfera di una quantità abnorme di radionuclidi che hanno contaminato circa 30.000 Kmq. dei terreni più prossimi e che a distanza di tempo, in forza del continuo assorbimento, anche se in piccole dosi, incide sulla salute delle popolazioni dei territori limitrofi con tumori, ritardi mentali, disturbi nervosi, turbe psichiche e mutazioni genetiche. Non solo ha avuto serie conseguenze chi era presente quel giorno nell’area che venne contaminata, ma la maledizione si è estesa anche ai nati successivamente. Il libro della Aleksievic è a dir poco sconvolgente, con interviste a povera gente condannata anche per il futuro, con la rassegnazione di chi sa di avere un marchio indelebile che, prima o poi, si risveglierà dal letargo con tutta la sua forza provocando dolore e morte. Ma se tutto è stato colpa di un tragico errore, ben più grave è stata la risposta del regime sovietico, tutto teso a minimizzare l’incidente, non prendendo con rapidità gli interventi idonei per limitare le conseguenze. Nell’immediato della sciagura ci fu l’orrore degli altamente contaminati, ma per gli anni a venire c’è lo stillicidio delle morti, delle depressioni che finiscono con il cogliere quelli che si sentono privati dell’unica, ma più grande ricchezza di un essere umano: il diritto alla vita. Imperdibile.

Recensioni: 5/5

"Una giovane donna è seduta su una panca davanti casa, allatta il bambino al seno... Latte e cesio... Una madonna di Černobyl'". Questa è una delle decine di voci che scorrono come un fiume e si alternano come un coro polifonico in questo libro necessario e difficile. È il lungo lamento collettivo, dolente e doloroso, di una popolazione tenuta volutamente all'oscuro del pericolo e la fotografia unica della mentalità, del modo di vivere e pensare, del sistema politico e della società sovietica dell'epoca. "Černobyl' è saltata in aria su uno sfondo di assoluta impreparazione delle coscienze. Con in più l'assenza di qualsiasi informazione". "Ma nessuno si lamentava. Se si deve andare si va. La patria ha chiamato, la patria ha ordinato. Il nostro popolo è fatto così".

Recensioni: 5/5

Le recensioni positive su questo libro sono tantissime, mi posso solo unire al coro unanime della necessità di leggere questo libro se si vuole conoscere un poco il dramma di chi in prima persona è stato spettatore e poi attore di un dramma nuovo per la storia umana. L'evento nucleare che decide delle vite di molti senza chiedere loro il consenso.

Recensioni: 5/5

Un’opera di inestimabile valore, sia per le generazioni che hanno vissuto in prima persona la grande tragedia di Černobyl, sia per quelle future che stanno ancora pagando con la propria salute ciò che è accaduto nelle prime ore del 26 aprile 1986. Intere famiglie furono dimezzate in pochi giorni o mesi, una città piena di vita fu abbandonata ed è tutt’oggi una città fantasma, tutti gli animali della zona furono abbattuti perché radioattivi. Pensate per un attimo di dover abbandonare la vostra casa, pensando di tornarci entro pochi giorni, e non farvi ritorno mai più. Pensate di cominciare una nuova vita da zero anche se non l’avete scelto. Questo è quello che le tante voci di questo libro hanno raccontato a Svetlana Aleksievič e vi assicuro che potrete non rimanerne indifferenti. Prypiat si trovava a soli 2km dalla centrale nucleare di Černobyl e rappresentava il modello perfetto di nuova città sovietica. L’età media era di ventisei anni, quindi la popolazione era composta perlopiù da giovani famiglie con figli. L’evacuazione della città fu ordinata 36 ore dopo l’esplosione del reattore e quelle ore furono purtroppo fatali per moltissime persone. In queste ultime settimane in cui mi sono documentata sulla vicenda, ho scoperto che molte persone sono tornate nelle proprie case perché “dove altro potremmo andare? La nostra vita è qui, se dobbiamo morire vogliamo farlo qui. Abbiamo vissuto la guerra, lo stalinismo, passeremo anche questo”. Non so voi, ma questa storia mi fa venire i brividi. Però è giusto conoscerla, sapere quali ripercussioni ha avuto sulla storia dell’Europa e del mondo e rendere omaggio alle vittime di questa strage. Chiedete ai vostri genitori, ai vostri nonni, a chi era già in vita nel 1986 e fatevi raccontare cosa si ricordano. Non dimentichiamoci di chi ha perso la vita introducendosi in un reattore nucleare in fiamme ed è morto dopo poche ore o giorni per le radiazioni.Non l’hanno fatto solo per l’Unione Sovietica, ma per tutto il mondo