«Il volume offre una puntuale e scrupolosa disamina dei principali modelli che si contendono il campo su scala globale, e che riproducono nella loro dialettica la consueta dinamica di competizione regolatoria tra ordinamento statunitense ed europeo: il primo orientato al supporto dell'innovazione e confidente nelle virtù della auto-regolazione dei settori imprenditoriali coinvolti; il secondo più propenso ad una regolazione eteronoma e pronto ad apporre limiti incisivi alle prerogative del mercato in nome della tutela di valori superiori quali quelli di dignità e integrità della persona. Il principio che meglio riassume tale modello è quello di precauzione, al quale l'Autore dedica pagine penetranti e appassionate. Ma come emerge dalla trattazione, ciò che è in gioco nel governo delle nanotecnologie non è soltanto la tutela della salute, ma più in generale l'idea stessa di natura umana. La possibilità di impiantare chip e innesti subcutanei, di costruire meccanismi di rete interno-esterno, di rendere il corpo osservabile e modificabile, sono soltanto alcuni degli aspetti che delineano il potenziale passaggio a forme di trans e post-umanesimo. Ciò apre uno spazio decisivo per valutazioni di natura etica e giuridica, che trascendono il mero problema tecnico per proiettare il discorso delle nanotecnologie all'interno dell'orizzonte delle scelte di valore. Comprendere questo dato è indispensabile per disegnare regole adeguate ed è anche per questa ragione che la lettura del libro di Sergio Barbaro, un libro tecnicamente solido e culturalmente attrezzato, dovrebbe essere suggerita a qualsiasi giurista che abbia a cuore la complessità della propria disciplina». (Dalla Prefazione di Giorgio Resta)
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