Il pianista Jan Lundgren crea musica come un geniale architetto. Con la sua profonda conoscenza della tradizione e della modernità, unisce il meglio della progettazione e costruzione americana con uno stile e gusto europeo. Il suo nuovo album, “Potsdamer Platz”, è una personale dichiarazione della sua visione musicale, un ritratto fedele della prospettiva unica attraverso cui interpreta il jazz. Il punto di partenza del pianista è il suo radicamento nella tradizione del pianoforte jazz americano, ma la sua musica è anche profondamente intrisa del linguaggio musicale della sua nativa Scandinavia. Lundgren è un musicista di formazione classica che conosce bene la tradizione occidentale, ma che riesce con naturalezza a miscelare quella eredità con lo swing, la tipica malinconia nordica e un vivace spirito impressionistico. Nei suoi diversi progetti, Lundgren ha esplorato diversi modi per portare le tradizioni musicali europee nel jazz classico. In "The Ystad Concert", ha seguito i sentieri percorsi dalla leggenda del pianoforte jazz svedese Jan Johansson. "European Standards" ha dimostrato che il jazz da tempo non è più un’esclusiva degli Stati Uniti, ma ha sviluppato un proprio giovane patrimonio culturale sul vecchio continente. E in "Mare Nostrum", con il trombettista Paolo Fresu e fisarmonicista Richard Galliano, Lundgren ha creato un unico, distintivo e accattivante "suono d’Europa". Con "Potsdamer Platz", Lundgren si spinge ancora in questa direzione, ma facendo affidamente questa volta solo a sue composizioni originali (eccetto "Tväredet"). Nell’album Lundgren è alla guida di un quartetto con il grande sassofonista finlandese Jukka Perko, il batterista danese Morten Lund e il contrabbassista svedese Dan Berglund.)