Traendo spunto dalla celebre formula coniata all’incirca due secoli fa da Benjamin Constant per definire natura e caratteristiche du pouvoir royal dans une monarchie constitutionnelle, il volume offre ai lettori la rielaborazione delle relazioni presentate nel corso del quinto seminario dell’«Atelier 4 luglio G.G. Floridia. Giornate di Diritto e Storia costituzionale», svoltosi presso l’Università degli Studi di Teramo il 4 luglio 2011. Gli scritti mettono sotto la lente dell’indagine storica e giuridico-comparatistica profili significativi della complessa (e, in taluni casi, controversa) figura del Capo dello Stato nella cornice organizzativa della monarchia costituzionale e del regime parlamentare: dalla Francia dei secoli XIX e XX all’Italia repubblicana, passando per l’esperienza weimariana. Nonostante il considerevole arco di tempo che separa l’attuale riflessione sul «pouvoir neutre» dall’epoca in cui ebbe ad occuparsene l’intellettuale di Losanna, il tema in parola sembra essere immune dai segni del tempo: oggi come allora (e – in delicati passaggi di crisi politico-istituzionale – oggi più di allora), il riferimento al pouvoir modérateur et intermédiaire, politicamente neutro e (a rigore) estraneo alla determinazione dell’indirizzo politico tende a proiettarsi ben oltre il recinto ideale-ideologico di quelle impostazioni propense a ridimensionare figura e ruolo del Capo dello Stato, fino a fare di questi, nelle versioni estreme, null’altro che alta espressione di attività cerimoniali. Se essere «neutro» non può equivalere ad essere «neutrale» quando gli equilibri istituzionali sono scossi dalle fondamenta, l’individuazione del limite d’azione di tale essenziale potere nella turbolenza e nell’instabilità politiche resta incerta. Ma questa forse è più una virtù che un difetto.
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