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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2018
Pubblicato per la prima volta nel 1967, Il potere del cane è un’opera che depone i fronzoli della retorica e, con una prosa essenziale ma efficace, tratteggia con tinte livide una torbida vicenda familiare, capace di confermare la posizione centrale di Thomas Savage nella grande letteratura americana.
Montana, 1924. Tra le pianure selvagge del vecchio West, a cui fa da sfondo una collina rocciosa che ha la forma di un cane in corsa, sorge il ranch piú grande dell'intera valle, il ranch dei fratelli Burbank. Phil e George Burbank, pur condividendo tutto da piú di quaranta anni, non potrebbero essere piú diversi. Alto e spigoloso, Phil ha la mente acuta, le mani svelte e la spietata sfrontatezza di chi può permettersi di essere sé stesso. George, al contrario, è massiccio e taciturno, del tutto privo di senso dell'umorismo. Insieme si occupano di mandare avanti la tenuta, consumano i pasti nella grande sala padronale e continuano a dormire nella stanza che avevano da ragazzi, negli stessi letti di ottone, che adesso cigolano nella grande casa di tronchi. Chi conosce bene Phil ritiene uno spreco che un uomo tanto brillante, uno che avrebbe potuto fare il medico, l'insegnante o l'artista, si accontenti di mandare avanti un ranch. Nonostante i soldi e il prestigio della famiglia, Phil veste come un qualsiasi bracciante, in salopette e camicia di cotone azzurra, usa la stessa sella da vent'anni e vive nel mito di Bronco Henry, il migliore di tutti, colui che, anni addietro, gli ha insegnato l'arte di intrecciare corde di cuoio grezzo. George, riservato e insicuro, si accontenta di esistere all'ombra di Phil senza mai contraddirlo, senza mai mettere in dubbio la sua autorità. Ogni autunno i due fratelli conducono un migliaio di manzi per venticinque miglia, fino ai recinti del piccolo insediamento di Beech, dove si fermano a pranzare al Mulino Rosso, una modesta locanda gestita dalla vedova di un medico morto suicida anni prima. Rose Gordon, si vocifera a Beech, ha avuto coraggio a mandare avanti l'attività dopo la tragica morte del marito. Ad aiutarla c'è il figlio adolescente Peter, un ragazzo delicato e sensibile che, con il suo atteggiamento effeminato, suscita un'immediata repulsione in Phil. George, invece, resta incantato da Rose, al punto da lasciare tutti stupefatti chiedendole di sposarlo e portandola a vivere al ranch, inconsapevole di aver appena creato i presupposti per un dramma che li coinvolgerà tutti. Perché Phil vive il matrimonio del fratello come un tradimento e, proprio come il «cane sulla collina» lanciato all'inseguimento della preda, non darà tregua a Rose, a Peter e anche al suo amato George, animato dall'odio nella sua forma più pura: l'odio di chi invidia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Secondo me è un capolavoro questo libro. In nemmeno trecento pagine Savage riesce a descrivere tutti i personaggi principali con maestria e sensibilità. Grande scrittore!
Kafka diceva che un buon libro "è l'ascia che spezza il mare ghiacciato che è dentro di noi" e qualche tempo dopo gli faceva eco il grande Cioran affermando che " un libro deve frugare nelle ferite, anzi allargarle.Un libro deve essere un pericolo, deve sconvolgere tutto e rimettere il tutto in discussione". E' ciò che mi è accaduto leggendo questo assoluto capolavoro : un testo che non ti aspetti, semplice, lineare, dal linguaggio limpido e spontaneo, dalla trama apparentemente poco intricata ma che ti entra nel cranio come un soffio di vento, che ti sconvolge la mente dolcemente ma inesorabilmente, che ti lascia senza fiato dopo aver letto le sette righe conclusive. In quel preciso istante, vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle, vorresti poterlo chiamare al telefono e dirgli che hai letto 276 pagine essendo convinto di sapere dove stava andando a parare, invece non avevi capito nulla, non avevi saputo cogliere gli indizi, le sfumature, le parole tra le righe, la complessità dei personaggi....... e che sarà un piacere ancora più grande, poterlo rileggere e permettere alle sue parole di riverberare dentro la tua testa come un ronzio incessante di api!
Bellissimo libro con personaggi dai tratti psicologici ben definiti.Ogni passo è ben dosato, non c'è una scena che sia superficiale o inutile e lo stile di Savage è sobrio, semplice, duro. Una prosa spoglia ed essenziale che scava gli animi dei personaggi e li viviseziona con il bisturi.Devo dire che ho persino apprezzato il "cattivo della situazione" Phil, non un cattivo da macchietta, ma una persona che potremmo incontrare dovunque, ogni giorno.Il finale poi lascia senza fiato. Consigliatissimo.
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