Ponzio Pilato

Se è vero, come scrive l'autore, che ogni nostro passo è quello "di un attore cieco che percorre bivi segreti" lo è altrettanto il fatto che la compagnia dei grandi testi aiuta con le sue voci a darci un filo di guida. Anche sconvolgendo una trama scontata, rovesciandone i cardini di fondo, giacché la libertà creativa può violare senza multe le regole già date. Anche prendendo spunto da un uomo nel pieno della sua inquietudine, da un mediocre ignavo politico senza molte ambizioni messo di fronte alla scelta delle scelte. Pilato proclama innocente Gesù, e in conseguenza di questa scelta salta il Cristianesimo. Paradosso grandioso, l'uomo assolto non edifica nulla. Può esserci esito più rivoluzionario? Su questo dramma si incentra il racconto, fra bisbigli, sogni sempre più influenti, visioni, continui consigli sul cosa fare (uno gli viene direttamente da Giuda), e al centro di tutto appare questo procuratore che "trovava sempre meno occasioni di quella stima di sé che diventa la principale consolazione di coloro che sentono sfuggire il vigore della vita. Vedeva avanzare il momento in cui, rinchiuso in uno spaventevole vicolo cieco, non avrebbe più avuto la forza di affrontare il più futile ostacolo". E' un uomo che non vuole complicazioni, la sua pigrizia lo muove verso un ottimismo flaccido, oltre ogni rozzo calcolo tipico di quell'investitura e oltre le ascese di ambizioni importanti. E tuttavia sarà in questo groviglio di comoda vigliaccheria spesso avara di scrupoli che si affaccerà la decisione. Una riflessione politica e filosofica niente affatto comune, la sentenza delle sentenze nelle mani di un tizio che tutto avrebbe accettato nel suo destino tranne che una simile prova. Oltre le tremende amnesie dell'uomo di Anatole France, oltre i veri tormenti dell'uomo di Bulgakov, stavolta la parola sovverte e spiazza e si fa scandalo esattamente al contrario. Il coraggio dell'inatteso, la legge e l'umano, in un librino che non si può dimenticare.

formato 10,7x15,2, pag.117 con postfazione di Giorgio Fontana. I testi della Sellerio sono sempre apprezzabili per formato e qualità. Rogers Callois (1913-1978) di professione critico letterario, qui cerca di indagare - attraverso una ricostruzione storica - ancora una volta verosimile, ma che poco può aggiungere a quanto storicamente si sa del funzionario romano. Lettura agevole.