In-8° (15.5x11cm) legatura pergamena floscia coeva con tracce di legacci di chisura ai piatti, titolo manoscritto al dorso. Carte (16), 322 [id est 318 in quanto le prime 4 di esse sono senza numerazione e appartenenti alle precedenti 16 non numerate), (2), marca tipografica al frontespizio, sei capolèttere animati incisi, bell'emblema dello stampatore (Fenice Giolitiana) al colophon. Modesti segni del tempo e d'uso alla legatura, un alone al piede delle prime carte peraltro interno fresco e croccante. Annotazioni di antica mano in bella grafia alla sguardia posteriore. Più che buon esemplare. Prima edizione del volgarizzamento rinascimentale di Polibio compiuto da Lodovico Domenichi (1514-1564) celebre poligrafo di origine piacentina cui si debbono numerose altre traduzioni di classici. Dedica a stampa del volgarizzatore a Gerolamo Pallavicino marchese di Corte Maggiore. Dell'opera polibiana, forse il culmine della storiografia dell'antichità per rigore nel vaglio delle fonti e per vigore ricostruttivo, ci sono pervenuti solo i primi 5 libri, oltre ad estratti bizantini dei libri 1-16 e 18; grande affresco delle vicende di Roma dalla prima alla terza guerra punica (264-146), esse furono composte nell'ambiente filoellenico che gravitava attorno a Scipione Emiliano. Scrisse Benedetto Croce: "Polibio è l'Aristotele dell'antica storiografia: un Aristotele storico e teorico insieme, che completa lo Stagirita, il quale nell'enciclopedico giro dell'opera sua aveva preso scarso interesse alla storia propriamente detta ... In Polibio la vigilanza critica, l'austerità scientifica, l'anelito verso l'ampia e severa storia, giungono a sì alto segno che si sarebbe inclini a trattare lo storico di Megalopoli come uno di quei grandi pagani che l'immaginazione medioevale ammise nel Paradiso, o almeno nel Purgatorio: degni di aver conosciuto per vie straordinarie, e in premio della intensa loro coscienza morale, il vero Dio". Bibliografie: cfr. Bongi, II, 185-187 (con lunghe osservazioni sul volgarizzamento del Domenichi): "La traduzione del Domenichi, benchè condotta sopra testi imperfetti... fu per lungo tempo la sola per cui gli italiani non grecisti potessero leggere quello storico". Gamba, 1587. Hoffman, III, 275. STC Italian Books, p. 531. Brunet, IV, 791. Graesse, VI, p. 396. Manca all'Adams.
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