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maurizio (mio omonimo, infatti trovo che abbia un nome bellissimo!) lo dichiara nel glossario: non ha usato molta fantasia. e conferma, una volta di più, che la realtà supera la fantasia. per chi vive nelle aziende di oggi sa che ci sta raccontando cose vere, verissime, tragicamente vere! i briefing e le convention si susseguono, dove si analizzano i budget, che sono il compito dei promoter, tutti inquadrati nella branch dello human resources, tutti in giacca e cravatta o tailleur, tutti col loro lap-top sotto braccio, tutti customer oriented. che pena. e che sofferenza, per chi si trova lì in mezzo senza aver potuto opporre la benché minima resistenza. come me. e come puppo, poeta sbalestrato dai casi della vita in un ambiente che non è il suo. coraggio, mauri: ce la faremo!
Un pamphlet che, partendo da un dato autobiografico, assume valore esemplare. "Un poeta in fabbrica" è la storia, scritta ora con impeto travolgente, ora con malinconica ironia, di una « vita agra » del terzo millennio, assediata dalla stupidità del conformismo arrivista e dall’idolatria trionfante del lavoro e della carriera. È il ritratto, sarcastico e impietoso, di un mondo aziendale concentrazionario e totalizzante, nevroticamente pervaso dalla frenesia del profitto e dall’ossessione della produttività. Ma è anche un itinerario di rinascita, alla ricerca di un’identità smarrita e di una vita che, sottratta al ciclo produzione-consumo-riposo, recuperi la dolcezza e l’umanità perdute. Infine, è un atto d’amore nei confronti delle virtù terapeutiche e salvifiche del logos, della parola. Perché «le parole sono magiche e sciamaniche; balsami antichi, che tagliano i nodi più delle spade; che rompono gli incantesimi come e meglio dei baci dei principi». Maurizio Puppo è al secondo libro. Dopo "Bandiere blucerchiate" dove, con tono lieve e ironico, pur non mancando del tipico slancio tifoideo, affrontava il tema sportivo, ora con uguale misura - se non migliore - ci parla dei ritmi della fabbrica, ossia del lavoro con il libro: Un poeta in fabbrica. Sottotitolo: "Manuale di resistenza umana al fanatismo lavorativo", edito da Fratelli Frilli Editori. (Giorgio Boratto, Mentelocale).
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