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Viaggio letterario alla scoperta della poesia beat e di un continente, attraverso le sue giovani voci. L'operazione culturale che dobbiamo alla Pivano è immensa.
Recensioni
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PIVANO, FERNANDA, Poesia degli ultimi americani, Feltrinelli, 1995
PIVANO, FERNANDA, Amici scrittori, Mondadori, 1995
FERLINGHETTI, LAWRENCE, Scene italiane, Minimum Fax, 1995
recensione di Papuzzi, A., L'Indice 1995, n. 7
recensione pubblicata per l'edizione del 1995
"Poeti che si portano i manoscritti nello zaino, questuanti di autostop che scrivono romanzi folli. Sono gli autori della 'beat generation': scrivono in un linguaggio che non è registrato nelle grammatiche e non si può insegnare". Così li presentava Fernanda Pivano nel memorabile saggio "La "beat generation"" premesso alla prima edizione italiana di "On the road" di Jack Kerouac (Mondadori, 1959). Allen Ginsberg, William Burronghs, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, LeRoi Jones, William Carlos Williams, naturalmente Kerouac e Neal Cassady, che ispirò "On the road", protagonisti di quell'irripetibile stagione, sono al centro del libro di ricordi "Amici scrittori", una settantina di brevi capitoli, ognuno un fulmineo racconto, dedicati a quarant'anni di incontri e scoperte con gli autori americani. Ci sono anche altri amici di Fernanda: Hemingway e Faulkner, John Dos Passos e Henry Miller, Ezra Pound e Saul Bellow, Richard Wright di "Ragazzo negro", e James Baldwin di "La prossima volta il fuoco", Tennessee Williams e Charles Bukowski, ma tutto sembra gravitare attorno all'"Urlo" in cui deflagrarono la ribellione e la disperazione dei 'beats', tra San Francisco, New York, Parigi, con le canzoni di Bob Dylan, Ford legate con lo spago e la tromba di Chet Baker, che "veniva da noi e senza parlare si gettava affranto su un divano, o suonava il pianoforte, o pizzicava la chitarra, o metteva un disco; poi mangiava una banana, beveva una CocaCola, sorrideva e se ne andava". Struggente il materiale fotografico fornito da Ettore Sottsass.
Per chi volesse accostarsi o riaccostarsi alla produzione letteraria della 'beat generation', è tornata nelle librerie un'antologia cult: "Poesia degli ultimi americani" che Feltrinelli pubblicò nel 1964 e ripropone oggi nell'"Universale" (testi a fronte). Contemporaneamente; nei "Quaderni di minimum fax", escono le poesie che Ferlinghetti ha dedicato all'Italia, con un saggio della Pivano sul "Prévert d'America", fondatore della prima libreria di soli tascabili, editore di Allen Ginsberg e del suo clamoroso "Howl", anarchico e pacifista. "Non mi meraviglia affatto che oggi i giovani tornino a leggere i poeti e gli scrittori della 'beat generation' - ci ha detto Fernanda, che ha presentato la raccolta al Salone del Libro - significa soltanto che continuano a essere più disperati che felici".
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