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Un appartamento straordinario, una vista senza eguali, unluogo dove abita la Storia.
Dopo le grandi navi, le perle, gli uccelli e i giardini di Venezia, il grande fotografo Gianni Berengo Gardin pubblica con l’editore Contrasto un altro splendido volume illustrato, con immagini in bianco e nero che inquadrano, secondo le stesse parole dell’autore, “i motoscafi, le gondole, la Regata storica, la Pescheria, il Fontego dei Turchi, i matrimoni. La vita di oggi rispetto a quella di ieri”. Nel nono libro che Berengo Gardin dedica alla città in cui è vissuto dall’infanzia fino al 1965, e che continua ad amare con assoluta fedeltà (pari a quella riservata alla sua Leica e alla pellicola tradizionale rispetto al digitale), sono le finestre ad assumere il ruolo di protagoniste. Una finestra in particolare, quella dell’ultimo piano di Palazzo Erizzo Bollani sul Canal Grande, fra il rio di San Grisostomo e il rio dei Santi Apostoli, dove aveva abitato nella prima metà del Cinquecento Pietro Aretino. In una lettera del 27 ottobre 1537 al suo benefattore Domenico Bollani, proprietario del Palazzo, riportata in questo volume, così si era espresso lo scrittore toscano, riferendosi al Canale a alla città veneta: “E per esser egli il patriarca d’ogni altro rio, e Vinezia la papessa d’ogni altra cittade, posso dir con verità ch’io godo de la più bella strada e de la più gioconda veduta del mondo”. Una veduta gioconda che ha conquistato l’occhio del famoso fotografo, dal 2004 ripetutamente ospite di un amico a Palazzo Bollani, con il privilegio di godere dello straordinario panorama che aveva affascinato Aretino cinque secoli fa. La bellezza sfida il tempo, la poesia salverà il mondo.
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