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scheda di Galli, A., L'Indice 1996, n. 3
Il titolo, al contempo ironico e dottamente allusivo, fa riferimento alla mitica piscina di Gerusalemme le cui acque, secondo che narra il Vangelo di Giovanni, assumevano miracolose virtù terapeutiche allorché un angelo scendeva a incresparne la superficie. L'acqua ristagnante alla quale Antonio Natali si propone di infondere nuova corrente è quella degli studi sul Cinquecento fiorentino, cui interamente sono votati i dieci saggi raccolti nel volume. Ambizione di ciascuno degli scritti, parte inediti, parte già pubblicati in riviste o atti di convegni (secondo una formula adottata anche nel precedente "La Bibbia in bottega", Centro Di, Firenze 1991), è quella di porsi di fronte a un testo figurativo, anche celeberrimo (e inaugurano la rassegna le "riesumazioni iconologiche" dell'"Adorazione dei Magi" di Leonardo e del michelangiolesco "Tondo Doni") "con l'animo e la mente sgombri da qualsiasi certezza critica", come programmaticamente dichiarato nella breve premessa. Riducendo dunque all'indispensabile le note bibliografiche, ciascuno dei dipinti e delle sculture considerati viene discusso senza alcuna preclusione di metodo, spaziando dall'interpretazione dei contenuti all'attribuzione su basi stilistiche, all'indagine sulle fonti, o meglio ancora intrecciando tutti questi strumenti: sempre però con un'adesione piena e irrinunciabile all'opera, che costituisce in ogni caso il punto di partenza e il luogo della verifica. Ne risulta un virgiliato ricco di nuove proposte attraverso capolavori e opere meno note: dal riconoscimento a Benedetto da Rovezzano di una scultura sin qui riferita al Caccini (con una conseguente retrodatazione di settant'anni) alla connessione tra il ritratto muliebre della cosiddetta "Monaca" degli Uffizi e la celebre "tirella" col motto "Sua cuique persona" (di cui si è sospettata una paternità raffaellesca), dall'attribuzione al giovane Cigoli di una Deposizione in San Salvi a Firenze al rinvenimento di una pala del Maestro di Serumido in apertura di un elaborato studio sugli "Eccentrici fiorentini" che costituisce un riesame, a più di trent'anni di distanza, del saggio famoso dello Zeri sul "Bollettino d'Arte" (1962). L'apparato illustrativo, di qualità appena soddisfacente, considerando che le immagini sono stampate sulla stessa carta del testo, soffre però, in alcuni casi, per le dimensioni ridotte o ridottissime delle riproduzioni.
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