Il presente volume riporta il carteggio intercorso tra il soldato del 156° Reggimento Fanteria della Brigata Alessandria, Pietro Bonci, caduto prigionieri il 21 maggio 1916 durante l'offensiva austriaca ricordata come "Spedizione Punitiva" in val d'Assa a nord est di Asiago, e i suoi familiari, la famiglia d'origine a Sesto San Giovanni e quella propria ad Osimo, in provincia di Ancona. La figlia Francesca raccolse questo epistolario, mentre è andato disperso quello che dall'Italia veniva inviato dalla famiglia in Austria. Molto probabilmente al momento del ritorno il bagaglio ristretto e la censura o la stessa volontà dell'interessato fecero sì che le lettere provenienti dall'Italia non siano state conservate. L'Epistolario, le cui cartoline postali hanno superato la doppia censura, quella austriaca prima e quella italiana poi, riporta solo notizie relative alla salute ed alle minute necessità, oltre alle invocazioni di carattere religioso ed alle formule di saluto. Non si hanno notizie del campo o di altro. Ma anche questi contenuti limitati ci danno una idea di come è stata vissuta la prigionia, un riferimento che può essere esteso a tutti coloro che erano prigionieri. Il volume riporta anche alcuni documenti iconografici che completano questo epistolario il cui valore principale sta nella sua completezza organica. Occorre ribadire come per i precedenti volumi che anche questo si avvale delle ricerche attivate nell'ambito di due progetti presentati al Ministero della Difesa e da questi accettati riguardanti la Prigionia nella grande guerra progetti che vogliono sottolineare il valore del combattente disarmato, di entrambi gli schieramenti, sia quello italiano sia quello austro-ungarico con la individuazione dei campi di concentramento per prigionieri in Italia e la geografia dei campi di concentramento in Austria e, nel prosieguo delle ricerche anche in Germania
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