«Parla di speranza. Parla di come, in ogni singolo istante, sia necessario dare nuova linfa a questo rarissimo e potentissimo seme ma che, talvolta, necessita di essere alimentato per crescere rigoglioso. Il significato del termine greco da cui ha origine questa parola, 'elpis', è duplice e non riveste un’accezione soltanto positiva. Elpis è l’attesa del futuro e allo stesso tempo il timore che sia sempre incerto. Ma la speranza esiste ed esisterà sempre, perché essa pervade la trama stessa del mondo e la natura dell’uomo, cresce assieme all’uomo, fa parte di esso, si modella col tempo e si cala nelle epoche della storia umana. In questo libro si vuole celebrare la speranza come una forza elementale, allegoricamente rappresentata da una pianta, la cui potenza è chiara fin da subito. Sa spaccare montagne, annullare distanze, riempire divari e colmare burroni. Probabilmente, la speranza è una delle virtù più potenti, allarga gli uomini invece di restringerli, non è mai stanca di sapere che cosa li fa tendere a uno scopo e sa cosa sfruttare per poter resistere, aggrappandosi anche ai più piccoli e sottili filamenti di luce. La speranza è in grado di apparire sotto varie forme, assumendo ogni volta forma di risposta ad una necessità umana. Cibo, conforto, riparo, protezione e, a volte, lungimiranza. Perché la speranza è tenace e paziente, è intima e nascosta come un delicato germoglio ma forte e robusta come il legno, e come il legno è versatile, assume molteplici forme e si adatta per nascere dovunque ci sia anche un misero spiraglio di luce, sebbene a volte appaia nascosta nei luoghi più remoti, magari non sotto l’occhio di tutti, a volte coperta da anni di macerie e disillusione. La speranza è in grado di donare ciò di cui l’uomo ha bisogno per affrontare in maniera serena la vita, anche quando essa gioca brutti scherzi. La speranza è inevitabilmente collegata con l’idea di un futuro migliore e con l’idea incrollabile che esso possa esistere. Che debba esistere. Nel frattempo, parafrasando Emily Dickinson, non sapendo quando l’alba arriverà, è meglio tenere aperta ogni porta» (Marco Sergio Erculiani). Età di lettura: da 3 anni.
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