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"Stephen King è maestro nella caratterizzazione dei personaggi, Scott Smith no o per lo meno in questo romanzo non lo dimostra. I personaggi hanno poco spessore e non si piange la morte di nessuno" questo uno stralcio del mio commento a ROVINE, letto due anni fa volutamente prima di UN PIANO SEMPLICE perché convinto si trattasse della classica seconda fatica non all'altezza del romanzo d'esordio. Ebbene, conclusa oggi la lettura dell'opera prima di Scott Smith sono lieto di confermare la bontà della mia supposizione, pur se rammaricato di constatare quanto, ancora una volta, l'affermazione di Stephen King in copertina ("Pensate quello che volete, ma leggete questo libro") risulti forzata poiché ho trovato questo libro si godibile, scorrevole e ben congegnato, ma certamente non un capolavoro da ricordare e rileggere. Sono convinto, viepiù, che la trasposizione cinematografica di Sam Raimi "Soldi sporchi" renda molto più efficace e d'impatto la trama al contrario del film tratto dal secondo romanzo. UN PIANO SEMPLICE è, per la verità, un insieme di piani che nascono dall'evolversi degli eventi cruenti cui si assiste da lettore e da spettatore aventi per matrice la carneficina in stile Sam Raimi in nome del vil denaro. Qui i personaggi hanno un notevole spessore emotivo e si piange la morte di alcuni. Ci si chiede perché, ci si immedesima nei personaggi e nelle situazioni e spesso ci si chiede cosa avremmo fatto noi al loro posto. Hank, sua moglie Sarah, il fratello maggiore Jacob, l'amico Lou, lo sceriffo Carl e perfino il cane Mary Beth restano in un angolino del cuore per i loro destini, per la sorte che li ha attesi al varco, vittime consapevoli e inconsapevoli di una fortuna pericolosa per dirla alla Ken Follett.
Uno dei più bei thriller di sempre. Punto. Fatevi un favore, non perdetelo.
Bellissimo. Magistrale. E' incredibile che un libro di tale livello non sia più conosciuto. Lo sviluppo è avvincente, intrigante, mai noioso. La capacità di introspezione, di rendere il colpevole "umano" e addirittura di portare il lettore a identificarsi in lui e nelle sue ansie ricorda, a mio giudizio, Simenon.
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