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Il peso degli spazi
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2005
1 agosto 2005
64 p., Brossura
9788878481640

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Massimo Sannelli
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Leggere insieme tre “opere prime” edite da Lietocolle nel 2005 (Lorenzo Caschetta, Carta annonaria; Francesco Osti, Errore di sintassi; Matteo Zattoni, Il peso degli spazi), come se fossero un unico libro, non è un’operazione completamente eretica. I motivi per farlo sono sicuri: la giovane e giovanissima età degli autori, nati tra il 1975 e il 1980; l’esistenza di un solo miglior fabbro (Maurizio Cucchi, citato anche in epigrafe da Zattoni, pp. 18 e 21) come responsabile di collana e prefatore; alcuni spunti tematici comuni (in particolare il simbolo, la presenza fisica e le implicazioni della casa; la metamorfosi in animale e la compresenza dell’animalità e dell’umanità, a partire dalla mente: strategia che permette e implica scatti metaforici e similitudini: Caschetta, pp. 38, 45; Zattoni, pp. 17, 25); un tradizionalismo onesto, a tratti un po’ fuori tempo, che sembra una specie di terza via, alternativa tanto alla lingua veramente parlata dalla ‘gente’ quanto a prospettive di ‘ricerca’, da cui ci si tiene lontani (quindi ad esempio, Caschetta, p. 44: “affila nella testa un voto di rigore”; Osti, p. 30: “selvatico grido”; p. 32: “melma di parole”; Zattoni, p. 19: “sforzo cieco e umido”). Il futuro di un rapporto iniziato è sempre un mistero, in cui, a seconda dei casi, si può rischiare la vita. La Volpe del Piccolo Principe potrebbe essere una predatrice, il Piccolo Principe potrebbe essere uno dei cacciatori (infatti Zattoni, p. 55, scrive: “Si entra con prudenza in casa d’altri / come nelle grotte su in montagna / o nelle tane. / S’annusa dapprima l’odore / che impregna l’aria…”, come fa Caschetta nella sua Stanza vuota). Vestirsi di una difficoltà, facendola propria come una casa, o sfuggire ai dolori in una casa, o sfuggire alla casa sono situazioni diverse a cui corrisponde, sempre, il problema dei rapporti: come in Amelia Rosselli, che ha sperimentato tutte le possibilità della casa e delle stanze. E questa psicologia della casa è, per molti “contemporaneissimi”, un fatto di koiné.

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