A distanza di sedici anni, Daniela e Cesare hanno deciso di raccontare la loro storia, per dimostrare che un ictus non è la fine del mondo e, a modo suo, ha lasciato anche inattesi regali.
La prima domenica a casa dopo il parto con la piccola Mia che aspetta di essere allattata, poi un improvviso dolore cancella tutto. È il 1° aprile 2000. Daniela Spada si risveglierà dal coma dopo venti giorni per ritrovarsi in un incubo ancora più grande: il lungo percorso per riprendersi dalle conseguenze di un ictus bastardo che ha colpito il cervelletto. «Non camminerà più», avverte il medico. «Certo che lo farà!» risponde il suo compagno Cesare Bocci, il volto televisivo di Mimì Augello e di tante fiction di successo, che ha più fiducia nella forza della sua donna che nelle diagnosi. E il tempo gli dà ragione: lottando contro il dolore e lo sconforto, contro un servizio sanitario a volte poco umano, e contro il rimpianto per tutto quello che l'ictus si è portato via – i primi mesi di Mia, il lavoro, la moto, il sax, lo sci d'acqua, il ballo... Daniela si è rimessa in piedi, più coraggiosa di ogni pronostico: ha ripreso a guidare, si è inventata una nuova professione e ha recuperato giorno dopo giorno il rapporto speciale con la figlia. A distanza di sedici anni, Daniela e Cesare hanno deciso di raccontare la loro storia, per dimostrare che un ictus non è la fine del mondo e, a modo suo, ha lasciato anche inattesi regali: straordinarie prove d'affetto, la scoperta di una forza insospettata , una famiglia sempre più solida. Perché, come dice Daniela, «invece di pensare a quello che non potete più fare, pensate a quello che avete in più». )
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