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Dai libri si impara sempre qualcosa ? SI CONFERMO !! 🥰 E questo libro mi ha raccontato in modo leggero ma preciso di quando Lenin venne in Italia, precisamente a Capri, per un incontro con dei politici e oligarchi russi, qualche anno prima del fatidico Ottobre 1917. Lenin fa amicizia con un pescatore, Anto’ ‘o muto. Fa il turista e se la spassa tra gite in barca ai faraglioni, passeggiate al porto, pranzi e cene luculliane, feste dell’industriale Krupp (anche qui qualche aneddoto importante). Lo fa sempre in qualche modo protetto e supportato dal pescatore. L’amicizia diventa sempre più profonda e basata su un grande rispetto reciproco. Molto interessanti i riferimenti storici ed emozionante leggere delle reazioni di Anto’ ‘o muto alle complicate relazioni di Lenin con i colleghi e l’alta borghesia. Un libro scorrevole, interessante per come ha dipinto un personaggio complesso come Lenin e addirittura dolce nei tratti e nei movimenti del pescatore.
Attraverso un fatto storico, Beccati ci racconta una favola rivoluzionaria, dove il leader del partito socialista fa amicizia con un pescatore muto che gli mostra le bellezze dell'isola ma anche le sue idee sovversive. Un bel romanzo che Beccati rende leggero e godibile.
Nel 1908 sbarca a Capri dal traghetto Princess Mafalda un uomo di ca. 40 anni, baffi, pizzetto, magro, piccolo di statura, camicia bianca chiusa da cordone, bombetta. E’ Vladimir, Il’ic Ul’ianov (Lenin). Trascorrerà una settimana (poi nel 1910 altri 13 giorni) a villa Blaesus, ospite dello scrittore Maxim Gor’kij e della compagna Marija Fedorovna Andreeva, che dirigono una colonia di rivoluzionari russi in fuga dallo Zar. Lo accompagnerà, nelle sue peregrinazioni per l’isola e nelle uscite in banca sul mare un pescatore, Anto’ o’ muto (ma non sordo). Tra i due nasce un’amicizia profonda, fecondata dalla smisurata ammirazione del pescatore per Lenin, che ritiene sia arrivato sull’isola per propagare la rivoluzione marxista nel mondo intero. Niente di tutto questo: Lenin farà il turista e se la spasserà anche con feste organizzate dai ricchi industriali (i Krupp), cosa che farà imbufalire il povero Anto’, anarchico e rivoluzionario pronto ad imbracciare il fucile per castigare i feroci oppressori (tra cui i poliziotti e le spie del regime che pullulano sull’isola e non esitano a bastonarlo sovente). Non vedremo Lenin arringare con foga la folla dalla torretta di un carro armato, come nel bronzo sulla piazza della stazione Finlandia a San Pietroburgo: qui è un personaggio modesto e schivo. Così il deuteragonista, Anto’, diventa il vero protagonista di questo romanzo, il trascinatore, il rivoluzionario, colui che riesce perfino ad accendere la fiamma di una mini-rivolta sull’isola. E che pagherà un duro prezzo. Di Lenin ci resta una curiosità: sbarcò in bombetta, poi per un incidente adottò la coppola con visiera con cui lo abbiamo sempre visto in tutte le pagine di storia. Ben strutturata è la descrizione dell’isola e dei suoi luoghi di pregio, meno armoniosa la trama di questo romanzo quasi storico, che zoppica in più punti. Ad es. non si capiscono i quattro intermezzi del malandato vecchietto australiano che giunge a Capri consultando un consunto libro.
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