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Nell’ambito dell’opposizione tra personalismo ed intellettualismo il nome di Paul Ludwig Landsberg occupa un ruolo fondamentale. Filosofo ebreo del Novecento, morto in un lager nazista nel 1944, fu allievo di Scheler, amico di Unamuno, collaboratore di Mounier, studioso di Agostino, Pascal e Kierkegaard. Conoscitore del platonismo e della filosofia medievale ma, anche, dell’esistenzialismo heideggerriano con cui elabora un confronto teso a delineare la possibilità di una ricomposizione della comunità umana a partire da un’idea di persona costruita su basi antropologiche fortemente connotata da valori etici. Paul L. Landsberg si può, a ragione, considerare uno dei maggiori esponenti
dell’antropologia filosofica e del personalismo e, anche se il suo nome non è ancora noto ai più, certamente questo scritto di Giovambattista Vaccaro ne ricostruisce il profilo speculativo e contribuisce alla valorizzazione delle sue posizioni.
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