Il volume completa la serie di interventi sul Libro dei Salmi, proposti presso l'Abbazia di Viboldone, prendendo in considerazione e commentando salmi o insiemi di salmi dal IV e V Libro del Salterio. Il cristiano prega dentro una corrente che lo precede e lo porta: è attraverso il popolo dei preganti, assunto personalmente e riespresso nella propria singolare voce di credente, che si immerge nel ricco fiume dell'umano. Nell'articolazione dell'Antico Testamento, scrittura della rivelazione di Dio, opera dello Spirito Santo, i Salmi sono uno snodo decisivo: la Parola di Dio, fatta preghiera a Dio. La Parola rivelante si fa Parola in preghiera, parola in ritorno a Dio, e perciò canto. L'inizio e il primo cantore della salmodia, Davide, uomo secondo il cuore di Dio che spegne l'ira del re Saul con la cetra e il canto, rivela che così anzitutto i salmi diventano preghiera. Hanno funzione catartica: unificazione dell'anima, attraverso la pacifica lotta contro il male che è nel mondo, nella storia, nel cuore umano, e minaccia di assurdo l'esistenza; contro i pensieri cattivi che ammorbano il cuore e la vita della terra. Ora, nell'oggi complesso e confuso, con le ferite della fragilità umana e dell'ingiustizia, la preghiera è la grande via per ritrovare respiro e sguardo aperto su orizzonti dilatanti. E proprio i Salmi si offrono alla fede come la via maestra nella ricerca di una preghiera intessuta con la storia, la ricerca del senso: la ricerca di Dio. Il libro si colloca in continuità con i tre volumi precedenti curati da Maria Ignazia Angelini e Roberto Vignolo, editi da Vita e Pensiero nella stessa collana (Un libro nelle viscere, 2011; Nei paesaggi dell'anima, 2012; Quando vedrò il tuo volto?, 2016), costituendo con essi una quadrilogia sull'arte della preghiera, come ci è insegnata nella scuola dei Salmi. Contributi di: Roberto Vignolo, Pietro Bovati, Lisa Cremaschi, Marco Pavan, Maurizio Teani, Isacco Pagani, Massimiliano Scandroglio, Lucia Vantini, Benoît Standaert.
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