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Anno edizione: 2018
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Ogni educatore dovrebbe leggere questo testo. Per riflettere sulla "posizione" da cui educare, sulla responsabilità del proprio ruolo e sull'etica che necessariamente comporta. Straordinario.
Un libro interessante che scopre aspetti dell'istituzione universitaria piuttosto sconosciuti, in particolare a chi l'ha frequentata molti anni addietro. Colpisce l'ininterrotto elogio dei propri allievi da parte del loro professore. Certamente questo aspetto è apprezzabile in tempi in cui dei giovani si parla solo in termini negativi, ma in alcune pagine sembra che la lode diventi eccessiva, rischiando di far pensare che l'A., indirettamente, stia attribuendo a se stesso i meriti e i successi degli allievi. La narrazione delle esperienze didattiche è coinvolgente e, se fosse necessario, renderebbe ancor più convinti di quanto la passione nell'insegnamento sia ingrediente fecondo.
Libro emozionante e ricco di esperienze vive...il dono dell'insegnare la creatività pedagogica e didattica
Recensioni
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Nando Dalla Chiesa lo chiama “moltiplicatore pedagogico”. Studioso di sociologia economica, laureato alla Bocconi con una tesi?sulla mafia, a partire dal?2009 ha creato il corso?di sociologia della criminalità organizzata nel dipartimento di scienze?politiche di Milano, ed?è quindi tornato allo studio e all’insegnamento?(...). L’argomento è la lotta alla mafia attraverso la conoscenza, la formazione di decine e poi centinaia di allievi che stanno diffondendo questa conoscenza ovunque in Italia e ormai anche in Europa. Il successo di questa sfida (...) è dovuto alle qualità umane dei suoi allievi, che Dalla Chiesa ringrazia con parole commosse nelle ultime pagine e dei quali traccia una lunga serie di vivaci ritratti. L’entusiasmo è contagioso, e l’efficacia del contagio emerge con forza da queste pagine. Il “moltiplicatore pedagogico” è tutto qui. Per questo le iniziative si moltiplicano. Lo studio della mafia non si esaurisce nelle aule, si espande sul territorio, produce inchieste sul campo, che spesso sono materia delle tesi, fa nascere associazioni locali e nazionali, si allarga in seminari settimanali a tempo pieno nei luoghi chiave alla lotta alla mafia, dall’Asinara alla casa di Peppino Impastato, produce per gemmazione corsi di studio nelle università tedesche.
Nel 2009 prende le mosse il corso (25 studenti alla prima lezione, presto saranno centinaia). Nel 2010 nascono il laboratorio biennale di giornalismo antimafioso, una grande manifestazione pubblica in cui si presentano alla città le migliori tesi di di laurea, e la summer school, una settimana di studio intensivo. Nel 2012 il laboratorio La nave della legalità e il progetto di università itinerante: una settimana di vita e ricerca comune in uno dei luoghi simbolici della lotta per la legalità. Nel 2014 si realizza un progetto speciale di collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano: ricercatori e studenti scrivono per attori professionisti un testo teatrale. Nascono nel frattempo un osservatorio sulla criminalità organizzata, un progetto di lezioni popolari, un corso sperimentale di sociologia e metodi di educazione alla legalità; poi una “Rivista di studi e ricerche sulla criminalità organizzata”, il dottorato e infine il curriculum di laurea magistrale. Ma queste pagine non sono un arido resoconto di esperienze. Dietro ogni iniziativa ci sono i ritratti, vivi e affettuosi, di chi l’ha promossa. Le idee non camminano da sole. (...) E qui sta la lezione definitiva del professore antimafia: non arrendersi mai. “Il male fa parte della natura umana; ma anche il bene fa parte della natura umana, ed è ineliminabile”.
Andrea Casalegno
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