Didattica e inclusione non sono temi distinti tra loro, ma le facce della medesima medaglia: la formazione scolastica di qualità che ha, fra i suoi compiti, quello di disegnare l’orizzonte di senso e di attrezzare gli ambienti più idonei nei quali ogni incontro fra insegnanti e allievi, ogni impegno di accompagnamento delle nuove generazioni da parte di una maestra o di un maestro possa essere pensato (o ri-pensato) rispondendo a urgenze nuove. Tali sono quelle, per esempio, degli allievi con bisogni educativi speciali, disabili e non. Il volume propone un’interpretazione del sintagma di “inclusione scolastica” in termini didattici e secondo una prospettiva critica dei modelli integrazionisti, oggi non più sufficienti ad accogliere e abbracciare le sfide della diversità. L’accoglienza delle nuove domande educative può avvenire, tale è la proposta del volume, seguendo un duplice versante: il primo inerisce alla questione della relazione educativa, assunta in termini che privilegino pratiche enteropatiche, di cura e di didattica cooperativa; il secondo inerisce alla trasformazione profonda di ambienti scolastici che andranno sempre più “riconfigurati” architettonicamente e tecnologicamente non solo in funzione del bisogno del singolo allievo e secondo il criterio della compensazione, ma soprattutto in funzione di una scuola per tutti e secondo il criterio della personalizzazione. Il volume intende infine discutere ruoli e responsabilità dei sistemi scolastici occidentali rispetto alla finalità del saper prendersi cura educativa delle esperienze della dis-abilità e dello svantaggio, tentando nel contempo di schiudere alle possibilità di un pensare teorico in grado di riequilibrare gli effetti delle epistemologie clinico-psico-mediche nell’approccio alle disabilità. Di qui le prove di formalizzazione per una didattica dell’inclusione proposte dagli autori.
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