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Non saprei dirvi fino a che punto "La Gente Che Sogghignava Fino a Morire" possa essere considerato "un disco per l'estate" ma questo secondo e ultimo lavoro in studio degli Housermartins, che segue il ben più noto e seminale "London 0 Hull 4" del 1986, è quanto di più leggero e allo stesso tempo vibrante abbia potuto ascoltare sul finire degli anni ottanta e che, a distanza di 26 anni, torna ad accompagnarmi in questo nuovo solstizio d'estate. Anche se meno cristallini e sorprendenti dell'album d'esordio (si pensi ad esempio ai singoli "Flag Day", "Happy Hour" e "Sheep" che, in modo unico riuscirono a scombinare le classifiche inglesi di quegli anni), quelli messi in scena da P.D.Heaton (voce), Stan Cullimore (chitarra), Norman Cook (basso) e Dave Hemingway (batteria) con questo "The People Who Grinned Themselves To Death" sono brani che, nonostante una formula più "ragionata", riescono ugualmente a trastullare lo spirito senza mai allontanarsi dalle corde del cuore. Un mix ben equilibrato di inebrianti motivi "sixties" e testi di denuncia sociale capaci di essere tanto ironici quanto toccanti a partire dall'iniziale title track, che pigia subito sull'acceleratore assieme alle spumeggianti "The world's on fire", "Me and the farmer", "Five get over excited", passando attraverso le cedevolezze pop e acustiche di "The light is always green" e "Johannesburg", fino a immergersi nella meravigliosa ballata conclusiva di "Build" che, come ogni estate che si rispetti, riesce ancora oggi a trasmettermi quel pizzico di amorevole nostalgia.
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