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scheda di Scaglione, D., L'Indice 1993, n. 9
Il volume è dedicato al ricordo di Ludovico Geymonat che si impegn• attivamente nel tentativo di ridurre la distanza che separa il pensiero scientifico da quello filosofico. Imre Toth sceglie di trattare della geometria non euclidea, fondamentale per indagare l'ontologia soggiacente alle teorie matematiche, mentre Dino Formaggio illustra il nuovo compito dell'estetica di fronte al paradigma della complessità insorto nella scienza moderna. Di caos e di complessità parla anche Giulio Casati, rilevando come le "leggi del disordine" siano frutto dell'acquisita consapevolezza di un limite della scienza, l'impossibilità di prevedere il futuro, ma al tempo stesso costituiscano un notevole balzo in avanti che permette fra l'altro di collegare alla fisica teorica discipline quali la biologia, l'economia, la medicina e le scienze sociali. Più generali sono gli scritti di Paolo Rossi e di Giuliano Toraldo di Francia che analizzano alcuni caratteri salienti della ricerca scientifica: il primo tratta del problematico ruolo della ricerca storica nelle scienze della natura, mentre il secondo fornisce alcune precisazioni epistemologiche su concezioni erronee presenti da sempre nell'immagine comune della scienza. Nella raccolta appare anche un contributo di Margherita Hack, che, riassumendo in breve la storia della cosmologia osservativa, afferma che le posizioni filosofiche e religiose dei vari scienziati vi hanno giocato un ruolo non trascurabile. Vi è poi una relazione di Felice Ippolito, che vuole dimostrare come lo storicismo di Benedetto Croce sia un potente alleato della scienza moderna, contrariamente a ciò che invece si è spesso affermato. Degni di menzione sono anche lo scritto di Dario Romano, che chiarisce quali siano gli oggetti di interesse del discorso psicologico, e quello di Felice Mondella, riflessione su quali siano i fini e le distorsioni della medicina attuale. In ultimo si segnalano due saggi davvero interessanti. Il primo è proprio di Geymonat ed è il testo di uno dei suoi ultimi discorsi in pubblico, in cui vengono analizzate le elaborazioni filosofiche del concetto di causa e il loro ruolo nella scienza moderna. Il secondo è di Jean Petitot, ed è un'appassionata difesa del razionalismo critico, sia per la sua attualità scientifica sia per la sua valenza etica.
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