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In questo saggio non si propone una silloge d’autori che si sono cimentati nella scrittura di narrativa per l’infanzia, ma una miscellanea di romanzieri della letteratura italiana (Verga, Svevo, Pirandello, Calvino, per citarne solo alcuni) che, nelle varie tappe della loro formazione umana ed artistica, hanno creato immagini di fanciulli.
Ergo, non un saggio sulla letteratura per l’infanzia, ma sull’infanzia nella produzione letteraria italiana del tardo Ottocento e del Novecento, fino a lambire l’attualità.
Lo sfondo concettuale all’interno del quale si articolano le riflessioni è ascrivibile alla nozione di “inseità dell’infanzia”, ossia all’individuazione e alla faticosa conquista di un suo statuto epistemologico, contiguo ma non contaminato dall’adultità. In letteratura si riflette perciò quel processo storico che ha visto, nell’arco d’un secoloe mezzo, la prima età affrancarsi da coercitivi dettami pedagogici, riconoscendole sogni e bisogni suoi propri.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho pubblicato questo saggio nel 2008, sulla scia della pluriennale collaborazione con la facoltà di Scienze della formazione in università Bicocca di Milano. Ho cercato di gettare un gancio tra letteratura per l'infanzia e l'infanzia in letteratura, privilegiando il secondo versante e cercando di dimostrare che lo statuto riconosciuto all'infanzia non solo trova riflesso nella narrativa tra Otto e Novecento, ma apre la strada a una percezione diversa dell'infanzia. Franco Cambi, autore di un libro magistrale sulla letteratura per l'infanzia, parla di inseità, intendendo con ciò quella specificità che su altre strade e con altri metodi la pedagogia stava cercando di realizzare. Qua e là qualche refuso sul testo mandato in stampa che andrebbe emendato. È ancora attuale, sebbene siano trascorsi undici anni e che riscriverei conservando la cornice epistemologica che ho con tenace umiltà perseguito negli anni di stesura.
Recensioni
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In questo saggio non si propone una silloge d'autori che si sono cimentati nella scrittura di narrativa per l'infanzia, ma una miscellanea di romanzieri della letteratura italiana (Verga, Svevo, Pirandello, Calvino, per citarne solo alcuni) che, nelle varie tappe della loro formazione umana ed artistica, hanno creato immagini di fanciulli.Ergo, non un saggio sulla letteratura per l'infanzia, ma sull'infanzia nella produzione letteraria italiana del tardo Ottocento e del Novecento, fino a lambire l'attualità. Lo sfondo concettuale all'interno del quale si articolano le riflessioni è ascrivibile alla nozione di "inseità dell'infanzia", ossia all'individuazione e alla faticosa conquista diun suo statuto epistemologico, contiguo ma non contaminato dall'adultità. In letteratura si riflette perciò quel processo storico che ha visto, nell'arco d'un secoloe mezzo, la prima età affrancarsi da coercitivi dettami pedagogici, riconoscendole sogni e bisogni suoi propri.
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