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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2009
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È molto interessante e di gradevole lettura. Ho impiegato molti giorni a finirlo perché ho preferito leggerne poche pagine alla volta per non far scorrere troppo velocemente gli anni e confondere gli eventi. Deaglio racconta benissimo. Le vicende sono messe in fila conseguentemente in modo lineare, comprensibile, elegante.
Ricapitola un trentennio di società Italiana attraverso le notizie dei fatti accaduti con uno spirito partecipe e competente: un tentativo altamente riuscito di testimonianza civile.
Sono felicissima di aver avuto la possibilità di leggere questo testo. La prosa fluida ed asciutta accompagna il lettore fino al termine della narrazione rivelando con una cronaca impetuosa il nostro essere nel passato. Vorrei che lo leggessero i ragazzi per comprendere meglio la realtà. Si legge con gusto e non annoia mai. Consigliatissimo. Può essere utile anche come ripasso storico.
Recensioni
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La struttura del libro è quella di una cronaca medievale, con il cronista che, distaccato e imperturbabile, annotava gli eventi giorno per giorno, anno per anno. Più o meno la negazione di quello che noi intendiamo per storia. Quelle date si accumulavano tutte uguali, in un tempo senza spessore, semplice, lineare, privo di impennate e di rilevanze. All'apparenza il libro di Enrico Deaglio sembra riproporre esattamente quell'antico modello, rileggendo il trentennio a cui si riferisce il titolo attraverso un calendario fitto di eventi, personaggi, aneddoti, notizie, musiche, canzoni, libri, film; anche qui anno per anno, mese per mese, giorno per giorno, a partire dal sequestro di Aldo Moro per arrivare al 19 settembre 2008 (strage di immigrati a Castelvolturno, sei uccisi da un commando di killer).
Provate a leggerlo, però. Di colpo quelle date si animano, il libro quasi dimentica il calendario per proporre trame, racconti, narrazioni e, alla fine, lasciare trasparire un quadro interpretativo che restituisce a quel trentennio tutto intero lo spessore dell'analisi storiografica. Un piccolo miracolo, se volete. Un miracolo che si spiega abbastanza facilmente. Innanzitutto alle spalle di quella cronologia c'è una vera e propria ricerca che ha spaziato in universi documentari eterogenei (con uno spoglio dei giornali che li ha come vivisezionati, pagina per pagina, rubrica per rubrica) e padroneggia in modo molto efficace la bibliografia esistente (ed è qui che si sente in particolare il lavoro di Andrea Gentile). Ma soprattutto c'è l'insaziabile curiosità di Deaglio, il suo desiderio di scoprire, di conoscere, di sapere, di frugare nelle pieghe più riposte delle nostre vicende, di non accontentarsi di luoghi comuni e stereotipi consolidati; è come se si chinasse su quel trentennio con uno sguardo consapevole e attento, allineando quelle date come le tessere di un mosaico.
Deaglio è andato a scavare nel passato più recente lasciandosi guidare dagli interrogativi che scaturiscono direttamente dal presente. Come siamo diventati così? Era inevitabile? Siamo già stati così? Siamo condannati a restare così? Si aggira nei meandri di quel passato sorretto da un robusto senno del poi; il meccanismo che governa la selezione delle date da citare, ma anche l'impianto narrativo del libro si fondano infatti sull'intento di sottolineare fatti e notizie che nel passato nessuno giudicò rilevanti e che acquistano senso e significato soltanto alla luce di quello che è successo dopo. Un esempio per tutti: nel 1979 la Guardia di Finanza compie accertamenti presso la Edilnord, l'azienda che ha costruito Milano 2 ed è di proprietà di Silvio Berlusconi, che, interrogato, si definisce solo un consulente. L'inchiesta finisce e il rapporto che la conclude viene firmato dal capitano Massimo Maria Berruti; quindici anni dopo lo stesso Berruti diventerà deputato al parlamento per Forza Italia e avvocato di Berlusconi. O ancora, nel 1981 il libro registra il primo incontro tra Silvio Berlusconi e lo "stalliere" Vittorio Mangano, il mafioso assunto ad Arcore: subito però ci trasporta fino a un giorno dell'aprile 2008, quando Dell'Utri e Berlusconi lo avrebbero chiamato "eroe", ricordandone la morte, avvenuta nel 2000, appena dimesso dal carcere.
Alla fine, tutte le tessere vanno al loro posto e il mosaico si completa lasciando affiorare un'immagine desolante di questo paese, attraversato da rancori e paure, schiavo di una cultura appiattitala sui luoghi comuni, diffidente verso le regole che governano una qualsiasi democrazia. Ma se siamo diventati così non lo dobbiamo né a un complotto, né a un destino immutabile. Scavando nei buchi neri di questo trentennio, quello che Deaglio ci propone non è l'ossessivo ritorno di un fondo fangoso e sinistro della nostra storia, quasi un eterno rimosso fatto di complotti, mafie, servizi segreti, misteri. No. Con il senno di poi, la marcia dei quarantamila che concluse i "35 giorni" della Fiat nel 1980 o l'esito disastroso del referendum sulla scala mobile del 1985 assumono i contorni nitidi della profezia, anticipando il dinamismo, la vitalità animalesca e vorace di soggetti sociali nati proprio nel decennio della mobilitazione politica, in quegli anni settanta vissuti sotto il segno del protagonismo degli operai e conclusi dall'amarezza di una loro definitiva sconfitta. Certamente esiste una vasta zona "invisibile" che inquina la nostra democrazia. Ma non è nel regno dell'occulto che si è giocata la partita decisiva. Tutto è avvenuto alla luce del sole, sotto i nostri occhi. Così è stato per la resistibile ascesa di Silvio Berlusconi negli anni ottanta, così è stato per gli ingredienti che hanno decretato il successo della Lega, così è stato per i contorni egoistici assunti dai comportamenti di quelli che nel Novecento si chiamavano "ceti medi". Il Novecento, appunto. Il trentennio descritto da Deaglio ci regala un lungo addio da quel secolo e l'affiorare di una realtà totalmente postonovecentesca. È nata un'altra Italia ed è nata una diversa "antropologia" degli italiani; questo libro ci aiuta a conoscerla.
Giovanni De Luna
Patria 19782008 è un libro di concezione nuova: narra gli avvenimenti italiani degli ultimi trent'anni, raccontandoli tutti al tempo presente, mentre avvengono e non si conosce ancora il loro destino. Pochissimi i commenti, molto ritmo nel racconto. Il libro è diviso in trenta capitoli, uno per ogni anno, e costruito attraverso cinquecento brevi storie, tante brevi sceneggiature dei fatti che stiamo vivendo. è basato sui fatti, sulla cronaca, sui documenti spesso dimenticati, sui discorsi ufficiali, sui libri che abbiamo letto, sulla musica che abbiamo ascoltato, sulle idee e sulle speranze che ci hanno accompagnato. Una lunga cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni: la violenza che ci ha accompagnato, i rapporti tra crimine e potere, le utopie e la corruzione dei nostri condottieri industriali, l'ascesa della televisione e il suo peso, lo sgretolamento dei partiti e delle ideologie, i movimenti continui che ci hanno accompagnato e la totale trasformazione del paesaggio umano che ci circonda e che ha cambiato noi stessi.
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