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«Generazione dopo generazione, tutti devono ripartire dal principio e imparare a stare al mondo. Tutto cambia così rapidamente che i ragazzi non possono imparare dai genitori, né i genitori dai figli. Le generazioni sono come tribù nemiche accampate sulle isole del tempo». In questo brano de "Il passato si sconta sempre" (già edito nei Classici del Giallo Mondadori con il titolo "Il vespaio", vincitore del Gold Dagger Award nel 1965, finalista dell'Edgar Award nel 1966 e qui riproposto da Polillo), è riassunta l'essenza "psicologica" del romanzo di Ross MacDonald che, rivisitando in chiave moderna gli stilemi della tragedia greca (ed in particolare quella di Edipo), cesella una trama noir di nitida ed avvincente bellezza, imbastita, come spesso accade nelle sue opere, sullo scontro generazionale e sul disvelamento di foschi segreti familiari che, celati dietro un sottile velo di perbenismo, riaffiorano inattesi a dilaniare i precari equilibri di ricche casate californiane. E così, quando un adolescente ribelle fugge da Laguna Perdida, una "scuola di rieducazione" dove i genitori lo hanno rinchiuso per motivi oscuri ed indicibili, il detective Lew Archer viene incaricato di rintracciarlo. In un drammatico crescendo il private eye proverà a districare la matassa, muovendosi con destrezza fra locali equivoci, highways assolate, opulente dimore affacciate sull'oceano e un hotel abbandonato di Santa Monica, un tempo ricettacolo di attricette, marinai e truffatori, mentre i cadaveri incominciano ad accumularsi ed una hybris implacabile sembra incombere sull'intricata vicenda. Un poliziesco di vaglia, quindi, fedele ai canoni dell'hard boiled, ma che sa al contempo distinguersi per le caratteristiche del suo protagonista, retto ed empatico, che, a differenza di Marlowe, Spade e Hammer, appare più umano e meno "personaggio letterario".
Egregio poliziesco stile anni 40-50 ben scritto con una storia piu' che accettabile e sorpresa finale.Buono l'approfondimento psicologico dei personaggi in una storia non banale.
Eccellente. Un'altra grande scoperta di Polillo, anche se leggendo la biografia dell'autore si scopre che fu spesso paragonato se non addirittura considerato migliore di Chandler ed Hammett. Si legge veramente bene, in poco tempo. Non ti lascia un minuto, vorresti arrivare presto alla fine con tutta una serie di colpi di scena. E poi leggi l'avventura del detective Archer e te lo immagini con la faccia di Paul Newman. Chiunqe ami i gialli o i thriller deve senz'altro leggere questo libro.
Recensioni
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"Come fa a conoscere così tanti dettagli delle vite degli altri?" chiede al detective privato Lew Archer la ricca Mrs Hillman, il cui figlio adolescente è vittima (o forse complice) di un rapimento. "Le vite degli altri le risponde Archer sono il mio lavoro". "E la sua passione?" lo incalza la signora. "E la mia passione. E anche la mia ossessione. Non sono mai riuscito a vedere granché al mondo al di fuori della gente". Ross Macdonald (1915-1983) potrebbe dire la stessa cosa: più dei meccanismi sociali, più della dissonante sinfonia urbana, lo interessano le vite individuali e i loro intrecci spesso crudeli e malati. Un richiamo a Sofocle o a Shakespeare gli sembra più illuminante di mille inchieste sociologiche, e il Freud che lo aiuta a districarsi nelle tormentate storie familiari dei suoi personaggi ha poco a che fare con quello edulcorato della vulgata statunitense. Pubblicato tempestivamente dai "Gialli" Mondadori con il titolo Il vespaio, questo romanzo, ora proposto in una nuova e accurata traduzione, ha acquistato, con il volgere degli anni, un fascino tutto particolare: quello degli anni sessanta colti in presa diretta. Alle spalle dei personaggi adulti, c'è la seconda guerra mondiale, nella quale si sono ubriacati di eroismo o coperti di infamia; è allora che si sono annodati, in modo inestricabile, i fili delle loro esistenze. Tra questi fili due adolescenti, Stella e Tom, procedono alla ricerca di una verità che rischia di distruggerli. "Generazione dopo generazione commenta Lew Archer tutti devono ripartire dal principio e imparare a stare al mondo. Tutto cambia così rapidamente che i ragazzi non possono imparare dai genitori, né i genitori dai figli. Le generazioni sono come tribù nemiche accampate sulle isole del tempo". Per amare un detective così lungimirante non c'è nemmeno bisogno di ricordare che sullo schermo, per due volte, lo impersonò un memorabile Paul Newman.
Mariolina Bertini
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