Dal 1949, quando viene espulso per "indegnità morale" dalla Federazione Provinciale del Partito Comunista di Pordenone, fino al novembre del 1975, anno del suo atroce e mai chiarito assassinio, Pier Paolo Pasolini è vittima di un sistematico e brutale linciaggio da parte di numerose componenti della società italiana. Esaminando rarissimi documenti d'epoca e disseppellendo dagli archivi gli scritti (grondanti odio e disprezzo per l'uomo Pasolini ancor prima che per la sua opera) di "mostri sacri" della cultura di casa nostra come Giovannino Guareschi e Gian Luigi Rondi, Franco Grattarola getta con questo libro una luce nuova su un capitolo rilevantissimo ma in gran parte rimosso della storia d'Italia del secondo Novecento.)
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