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Scrittori e giornalisti si sono sempre interessati al calcio. Questa raccolta di Sellerio ne riporta alcuni sullo sport più bello al mondo.
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“Sfide, cimenti, imprese, riscatti, ribellioni, tradimenti. Onore e vergogna. Campioni e gregari” e via via a raccontare, in un elenco infinito, tutte le sfumature di una passione planetaria. Nell’introduzione firmata da Laura Grandi e Stefano Tettamanti, i curatori di questa preziosa antologia sul calcio, si fa un breve accenno a una riflessione letteraria annosa: è la realtà a plasmare la letteratura o la letteratura che rende poetica la realtà? E se la realtà è costituita da novanta minuti di gara e da una squadra di giocatori, possiamo continuare a chiamarla letteratura?
La domanda è retorica. La risposta bisognerebbe chiederla, ad esempio, a Eugenio Scalfari il quale decise orgogliosamente, il giorno della fondazione del suo giornale “La Repubblica”, di privarlo delle pagine sportive, salvo poi tornare alla svelta sui propri passi creando una delle più importanti redazioni sportive dirette da Gianni Brera. Il complesso di superiorità di una certa “cultura alta” contro la letteratura di sport, in Italia ha capitolato nel giro di pochi anni. Il lavoro di molti critici letterari ha rivelato, tra le pagine di molti scrittori internazionali, tra cui Hamingway, Mailer, Roth, Malamud, Vargas Llosa, delle altissime pagine di letteratura dedicate al calcio. Quando si esprime al meglio, la scrittura sportiva non è semplicemente cronaca di gesta agonistiche, ma è esplorazione di uno spirito comune in cui la fatica e il riscatto hanno un ruolo decisivo, diventa racconto di vicende personali e collettive che rasentano la poesie e l’epica.
A perorare questa nobile causa di riabilitazione del racconto calcistico, i curatori di questa antologia fanno una vasta operazione di ricerca letteraria “convocando” per l’esibizione 27 grandi scrittori contemporanei provenienti da tutto il mondo, 10 stranieri (tra cui Vladimir Dimitijevic, Camilo José Cela, Manuel Vàzquez Montalbàn, Nick Hornby e Osvaldo Soriano) 14 italiani (tra cui Vasco Pratolini, Maurizio de Giovanni, Davide Enia, Stefano Benni, Vittorio Sermonti, Gianni Brera e Mario Sodati) e 3 oriundi. Una squadra strepitosa che parte all’attacco del lettore con la sezione intitolata “Il gioco più bello del mondo”.
Non possiamo dargli torto. Leggendo questa selezione, scorrendo le pagine o spigolando qua e là, si comprende quanta carica emotiva sia stata innescata dagli eventi sportivi, piccoli e grandi, nel corso degli anni. Possono essere i mondiali del 1982, come nel racconto di Davide Enia, o una discussione da bar, come nel contributo di Stefano Benni, in ogni caso questa antologia è una miniera di aneddoti e riferimenti che ogni tifoso amerà scoprire. Alcuni brani sono molto celebri e già pubblicati in altre raccolte, altri sono delle vere e proprie chicche, quelli che nel cinema si chiamerebbero cammei, incursioni di grandi scrittori in un campo desueto, come nel caso di Valerio Magrelli. Alla fine, nella sezione Figurine, possiamo soltanto commuoverci leggendo i ritratti intensissimi che grandi cronisti, come Gianni Brera, hanno scritto su grandi sportivi, come Gianni Rivera, e che altri cronisti, come Gianni Mura, a un certo punto, hanno dovuto e saputo raccontarci attraverso i classici “coccodrilli” che appaiono sui giornali.
Possiamo anche dire che il calcio sia solo uno sport come un altro, in cui “ventidue giovanotti in mutande corrono dietro una palla”, oppure possiamo leggere questo libro, e guardare oltre.
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