«Il partigiano Johnny restituisce i principî ideali e le paure e le ragioni e i sogni di una intera generazione come nessun libro è riuscito a fare».
Il partigiano Johnny è riconosciuto come il piú originale e antiretorico romanzo italiano sulla Resistenza. La storia è quella del giovane studente Johnny, cresciuto nel mito della letteratura e del mondo inglese, che dopo l'8 settembre decide di rompere con la propria vita e di andare in collina a combattere con i partigiani. Una storia simile a quella di molti altri giovani e di molti altri libri scritti sullo stesso argomento. Ma Fenoglio riesce a dare alle avventure e alle passioni di Johnny una dimensione esistenziale ben piú profonda e generale, che racconterà per sempre che cosa sono stati i partigiani e la Resistenza in Italia. Con La lingua del «Partigiano Johnny» di Dante Isella; una nota bibliografica e la cronologia della vita e delle opere.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo libro è ideale per chi vuole affacciarsi in quei anni, Beppe Fenoglio come pochi scrittori del 900' sa dare un qualcosa in più nel racconto da portarti direttamente lì in prima persona, i dialoghi le descrizioni dei paesaggi sono dettagliate e chiudendo gli occhi immaginerai e tutto prenderà una forma un colore un rumore, per chi farà questa scelta auguro una buona lettura .
Realtà e piano narrativo, nelle opere di Fenoglio, sono spesso in cammino. "Il partigiano Johnny" , romanzo arcinoto che rese celebre un autore schivo e schietto, un autore che abiurava i fronzoli, gli abbandoni sentimentali, le prese di posizioni sterili. La scrittura del Nostro è emblema del suo modo di essere e di sentire, a "salvarsi" sono i grandi temi della Resistenza, il mondo delle Langhe e una visione letterariamente neo-realistica. La lingua adoperata da Fenoglio è impreziosita da espressioni dialettali e termini ricavati dall'inglese, altra nota di pregio e di distinzione presente ne' "Il partigiano Johnny".
Toccante, pieno di fascino, stupendo. Se lo trovate un po' impegnativo, all'inizio, (e lo è) non chiudetelo, proseguite. Il partigiano Johnny vi ricambierà portandovi con sé, fino a restarvi definitivamente dentro. Per chi sostiene: "lingua e linguaggio ostico, mescolanze ita/ing, sperimentazione ecc ecc?". La sperimentazione esiste da sempre in ogni forma d'arte, ed è proprio grazie alla sperimentazione che si va avanti, altrimenti si resta nella patinata, vuota e ben confezionata calma-piatta attuale. E poi siamo nel 2015, no? E ci blocca la 'sperimentazione' di 50 anni fa o ci disturba la tela tagliata di Fontana? Suvvia? Consigliatissima anche una visita alla bellissima Alba, alla casa di Fenoglio ed alle Langhe, terre di cultura e coltura, cibo, colori. La tradizione con lo sguardo rivolto al futuro.
Ricordo di aver letto il partigiano Johnny in un periodo non facile, ma anche bello, della mia vita. La sera mi sdraiavo su un materasso poggiato su un tavolato di legno alto quasi un paio di metri. Come sempre, una lampada da notte gettava un po' di chiarore sulle pagine del libro del momento. Una sera andai a coricarmi un po' prima del solito, ma non avevo sonno: ad attendermi c'era Johnny. Leggevo ed il battito del mio cuore accelerava. Mi slanciavo assieme a Johnny in una fuga disperata, col cuore in gola. Scartavo cespugli e arbusti, saltavo tronchi e ostacoli d'ogni genere; mi gettavo a rotta di collo e senza fiato, giù per la china ripidissima, lasciandomi scivolare lungo il fianco del calanco, uno dei tanti che corrugano il Cuneese. Braccato come una volpe da un drappello di fascisti ostinati; infangato e sfinito, ma non disposto a cedere, mi spingevo ancora più avanti, caparbiamente. Grida infami e latrati rabbiosi laceravano rapidamente l'aria fredda e umida del primo mattino, propagandosi fino a raggiungermi e a trafiggermi dolorosamente i timpani. Senza tregua - in quel miscuglio d'italiano e inglese caratteristico della lingua fenogliana - pensavo freneticamente a se e come avrei trovato scampo; a quale fortunosa via d'uscita m'avrebbe salvato da quella trappola che stava per condurmi a sevizie prolungate e morte certa. Al mattino la sveglia suonò alla solita ora. Ero stanco, ma felice di esserci ancora. Come sempre andai al lavoro, portandomi addosso le impressioni notturne e la stanchezza dovuta al sonno troppo breve. Mai prima d'allora un libro aveva avuto un impatto così fisico sulla mia persona e mai più m'è capitato di trovarne un altro capace di un simile effetto. Non lo dimenticherò mai più. Grazie, Fenoglio, per averlo scritto.