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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2020
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In questo romanzo Sara veste i panni del vendicatore per conto di una amica ma anche per quanto subito in prima persona.
I personaggi sono ben caratterizzati e la storia mai banale; secondo libro della serie, mantiene il livello (alto) del primo; vanno letti assolutamente in sequenza per non perdere il filo che li lega e che dà spessore alla storia.
Teresa Pandolfi "la bionda" chiede aiuto all'amica ex collega Sara Morozzi "la mora" sulla scomparsa del suo giovane amante. Lo stagista Sergio. RITMO AVVINCENTE..
Recensioni
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Cominciamo dalle conclusioni. Non reggono il confronto Le parole di Sara con il suo primo Tramonto. Sarà l’aspettativa elevatissima. Sarà l’inaspettata fragilità della trama. Sarà il ripercorrere territori già descritti come per necessità di inquadrare il contesto al lettore a digiuno di Sara al tramonto. Sarà Sara…
È pur vero che l’approccio alla lettura è condizionato da mille fattori ambientali, ma non avrei scommesso un cent sulla fatica fatta per portare a termine questo romanzo. Maurizio De Giovanni scrive bene, molto bene, perciò anche quest’opera si fa leggere senza grosse storie. E qualche momento che ti incolla al libro non manca. Ma le pagine nel complesso scorrono piuttosto lente, apparentemente intorcinate su se stesse; senza un evidente filo conduttore si susseguono, sovrapponendosi, indagini poco lineari che quasi finiscono col fare da sfondo all’introspezione ed ai rapporti personali.
Persino la caratterizzazione dei personaggi sembra perdere un po’ di colore. Tutto ruota, questa volta, sul rapporto tra la “mora” e la “bionda”, la notte ed il giorno, il silenzio ed il rumore. Colleghe di una vita, unico reciproco appiglio in un mondo che, per lavoro e destino, le ha di fatto lasciate sole.
La stessa capacità di osservazione di Sara, carattere dominante del personaggio, sembra un po’ essere messa da parte – quasi a darla per scontata – per lasciare spazio ad abilità altrui; Andrea, ex collega archivista capace di trasformare la sua progressiva cecità in preziosissima dote percettiva grazie all’acutizzarsi degli altri sensi. Fin scontato, verrebbe da pensare…
Vengono quasi relegati sullo sfondo Viola e Davide, caricaturati protagonisti, quasi per dovere di presenza, di qualche screzio che sembra preludere ad un rapporto più profondo.
Rimane un poutpurri di tante cose all’apparenza poco amalgamate tra di loro. I servizi segreti, la politica quella marcia, qualche omicidio, tanti ricordi ed altrettanti rimorsi.
Poco noir, poca trepidazione, poco thriller. Poco di tutto ciò che ha fatto amare Sara al tramonto.
Insomma, l’impressione è che Sara sia diventata talmente brava a rendersi grigia ed invisibile da riuscire a farlo persino nelle pagine del libro…
Tornerà ancora Sara? Noi la aspettiamo, mi raccomando…
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