“Le parole che vorrei” è il titolo di un cd che vede nascere la collaborazione tra Maurizio Tatalo, compositore ed interprete, e lo scrittore Stefano Montello. Ed è un titolo emblematico, poiché Tatalo da anni cercava una scrittura che assecondasse la sua voce e la sua ricerca musicale, con temi che, seppur nella loro immediatezza e semplicità, sapessero valorizzare ed esaltare la raffinata creatività della sua musica. Il prodotto è un cd appassionato, dove è evidente quanto i due artisti si stimino ed abbiano rispetto l’uno dell’altro, quanto Montello abbia cercato con cura le parole giuste e quanto Tatalo le sappia disperdere all’interno della sua musica con grazia ed ironia. Un’ironia dolce, a volte evidente ed a volte celata, che scorre tra le vene di molti pezzi: in “Sixties” o in “Mille volte ciao”, piccole perle di un Novecento amato e detestato, fanatico e, nel bene come nel male, esplosivo; nella straordinaria “Babilonia Circus Show”, dove l’attualità più greve e selvaggia viene redenta nella metafora del circo, lasciandoci alla fine un messaggio di gioia di vivere (e di ridere); in “Se (canzone senza malumori), in “Certe domeniche” ed in “Carta & Penna”, l’ironia fa da sfondo, è un passo, quasi un modo di camminare e di comportarsi. In altri episodi del cd si sviluppano temi classici, come l’amore (per una donna o per la musica), il ricordo, l’addio, la magia dell’infanzia, la solitudine ma tutto viene trattato con leggerezza, quasi pattinando sulle note e la musica di Tatalo, supportata dagli arrangiamenti di Valter Sivilotti, scivola via lasciando in bocca un sapore buono, di stupore e gratitudine. E’ un disco orgogliosamente fuori moda, ignaro di tutte le “mode“, scritto e cantato senza amarezze e senza rancori, buono per rincuorare. Ottimo per questi tempi disordinati e bislacchi.
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