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Qualche giorno fa ho letto un articolo: Università l mafia dei baroni (L’espresso, gennaio 2007) che evidenziava tutto il contenuto di un libro che ho letto con grande interesse durante le vacanze di fine anno. Perciò, tutto ciò che l'autore mette in evidenza è sicuro. Adesso capisco il nome della università lombarda. Senza dubbio nonostante la crudezza e crudeltà che esercitano con i loro subordinati e che alcuni falsi scientifici della antropologia culturale si camuffano tra le strutture pubbliche destinate all'educazione universitaria. Questo libro è un autentico gioiello letterario perché rappresenta un nuovo genere di scrittura che avevo trovato soltanto in alcune pubblicazioni in lingua inglese, vale a dire, nel giornalismo di investigazione ma con un fondo sociologico e psicologico molto ben strutturato, raffinato e piacevole. Non avrei mai pensato che in un'università pubblica si sarebbe saputo in anticipo il nome del futuro Rettore, o che un preside avesse più potere del Rettore, specialmente in un paese membro dell'Unione Europea. Non si capisce neppure perché questo personaggio infausto si autoproclami paladino dell'etica, l’umanismo, la cultura, ecc. quando è invece un prepotente, superbo e ineducato, a cui interessa soltanto il potere ad ogni costo, come si può leggere nelle pagine del libro. Basta vedere le promozioni che egli, i suoi familiari e amici ottengono nelle diverse strutture pubbliche neanche fossero meteore dato che quello che loro ottengono in una decina d'anni, il resto dei docenti lo ottiene nel doppio del tempo. Mi ricordo la frase scritta dall'autore del libro, in cui segnala che “senza padrino, non c'è battesimo”. Allo stesso modo questi individui hanno i loro padrini nello stato più ricco del mondo. Basta leggere l'articolo della rivista L’espresso e il libro di Franco Ficarra per conoscere lo stato del contesto universitario lombardo e quanto poco si fa per cambiarlo, indipendentemente dal governo in carica.
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