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Questo libro secondo me è un capolavoro. Mi ha aperto gli occhi su un mondo sconosciuto e che tramite questo libro diventa un po' più comprensibile. Di questo libro ho amato i personaggi e come è stato scritto. L'ho letto tutto di un fiato.
Un colorito spaccato di vita egiziana.
Quei lettori, per fortuna pochi, che hanno manifestato un giudizio non proprio lusinghiero sul "Palazzo Yacoubian" dell'egiziano Ala-al Aswani, rivelano una limitata visione, in chiave eurocentrica, della scrittura. L'ignoranza, per non parlare della, ahimé, dilagante diffidenza, nei confronti del complesso e variegato mondo arabo-musulmano,li porta immancabilmente ad atteggiamenti di sufficienza o di disprezzo, nei confronti di una cultura e di un modo di vivere che non sia più propriamente il loro. "Palazzo Yacoubian", la cui lettura scorrevole e semplice, ma assolutamente non banale, ci fornisce uno spaccato esaustivo della società egiziana odierna (ma per tanti aspetti potrebbe essere anche la nostra). Sulle umanissime storie dei suoi protagonisti incombe la cappa ossessiva della corruzione a tutti i livelli e il terrore di un regime occhiuto e poliziesco che ricorre a metodi brutali, violenti o, nella più blanda delle ipotesi, subdoli, al solo fine di estorcere denaro e confessioni. Grande coraggio quello di Ala-al bey! I metodi repressivi e la tortura potranno, probabilmente indebolire il fisico, ma mai la forza dello spirito e dell'intelligenza. Bravo, bravo Ala-al bey! Shukran! Gibril
Recensioni
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“È come quando vai al cinema a vedere un film e ti immergi completamente nella storia: ne vieni rapito, poi alla fine si spengono le luci e ritorni alla realtà, esci dal cinema, ti senti accarezzare dall’aria fresca della strada e tutto assume le sue proporzioni reali. Allora ti rendi conto che quanto hai visto era solo un film, un’enorme recita”.
La storia che racconta l’egiziano ‘Ala Al Aswani nel suo Palazzo Yacoubian, attualmente il libro più venduto nei paesi arabi dopo Il Corano, non è affatto una recita. Non è nemmeno uno di quei fenomeni editoriali destinati a svanire nel nulla, ma assolutamente uno degli esordi più straordinari dell’ultimo decennio.
Una scoperta sorprendente, un romanzo che davvero ti rapisce: per scrittura e contenuti. Un instant book, per certi versi, per via di un’analisi radiografica del mondo arabo di stringente attualità, ma destinato a rimanere nella storia della letteratura.
In Palazzo Yacoubian si leggono le storie private degli abitanti di un edificio de Il Cairo che diventa metafora del moderno Egitto: vite parallele che non si incrociano mai. Esistenze spesso alla deriva: del caso e della vita, ma soprattutto di una società, quella egiziana, profondamente cambiata negli ultimi venti anni. Aswani, con assoluto coraggio, denuncia sulla carta le piaghe che devastano il proprio paese: un governo corrotto, un sistema di controllo poliziesco da incubo, la reazione dei più giovani portati a ribellarsi attraverso quella che sembra l’unica via, la jihad, la Guerra Santa.
Per lo scrittore, invece, bisogna far comprendere proprio ai più giovani, anche occidentali, che il mondo arabo non è soltanto fondato sul Corano, che non nasce dal nulla, dal deserto, dal petrolio.
Attraverso le esistenze dei protagonisti Aswani descrive il Cairo come un microcosmo: arena, prigione, labirinto. Un naufragio da cui l’umanità si salva a stento. E in questo Egitto in crisi di identità, un luogo dove la sofferenza è quotidiana, lo scrittore riesce a raccontare proprio quell’umanità scampata da una parte all’integralismo e dall’altra alla corruzione morale. E lo fa attraverso passaggi di una tenerezza e di un’innocenza commoventi e in netto contrasto con l’universo parallelo di chi crede che la rivoluzione sia farsi saltare in aria. I suoi protagonisti seguono destini diversi: scelgono o sono scelti per costrizione al proprio futuro, inchiodati da un presente che non sembra lasciar intravedere che il Nulla.
Un romanzo, Palazzo Yacoubian, che è una moderna e drammatica “commedia umana” narrata da uno scrittore che riesce a riportarci le atmosfere più nascoste de Il Cairo.
Con la stessa forza, la stessa potenza, la stessa determinazione di altri grandi scrittori egiziani: non solo Naguib Mahfuz, unico Premio Nobel per la Letteratura di origini arabe, ma anche quella, ad esempio, di un altro grandissimo (e purtroppo poco conosciuto almeno in Italia) come Albert Cossery.
Leggete Palazzo Yacoubian perché riconsegna la dignità a un mondo arabo, mai come oggi così tanto sotto accusa. Vi emozionerete, vi arrabbierete, vi commuoverete, ma soprattutto capirete. E così che si esce da questo libro: con la consapevolezza che un libro può darci molto di più di tanti inutili dibattiti televisivi. Spegnete la tivù e accendete le luci di Palazzo Yacoubian: qui non si recita. Qui si vive.
A cura di Wuz.it
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