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Urca che libro! Non sono d'accordo con la descrizione degli altri lettori (i guai il protagonista se li merita tutti) ma condivido la meraviglia per la scrittura e per la traduzione.
Di questo importante letterato francese attivo tra le due guerre si sono cominciati a ripubblicare i romanzi dopo trent'anni di eclissi. Beckett, Rilke, Barthes, Handke hanno dato della sua narrativa giudizi ammirati ed entusiastici, e del testo qui riproposto, pubblicato a Parigi nel 1928, Max Jacob scrisse "Uno dei più bei libri che conosca". La trama è esile e facile da riassumere: il protagonista, Antoine About, è -come spesso in Bove- un perdente, un uomo dalle aspirazioni minime e dalle realizzazioni ancora più modeste: "L'aspetto trasandato, poco pulito, l'aria stralunata". About è un parrucchiere per signora che, dopo aver collezionato vari mestieri, licenziamenti e strategie di mantenimento, riesce ad aprire un suo negozio, a sposarsi, e a intraprendere un'esistenza dignitosa. Ma il suo sentimento ossessivo di inadeguatezza, di inferiorità, di sconfitta lo porta inesorabilmente a vergognarsi di se stesso, del suo lavoro considerato troppo umile, del suo aspetto fisico ordinario. Cerca un riscatto sociale e morale nelle figure della moglie Marthe e della figlia Edmonde, che hanno aspirazioni borghesi e artistiche ben più ambiziose delle sue, e che, pur approfittando della sua estatica ammirazione e sfruttandolo economicamente, finiscono poi per disprezzarlo, tradirlo e abbandonarlo. Lui si riduce a vivere da solo, con un'anziana domestica che tenta senza successo di concupire e molestare sessualmente; beve, frequenta personaggi equivoci e si lascia andare verso una deriva esistenziale e psichica senza ritorno:"Smagrito, stizzoso, ricurvo, Antoine era un vecchio...Godeva della propria abiezione...Lo evitavano. Alcuni si voltavano al suo passaggio, altri si scostavano come temendo lo scarto di un ubriaco". La postfazione al volume di Carlo Alberto Bonadies, che ne ha curato anche la traduzione, è esemplare e approfondita sia nella ricostruzione della tormentata biografia di Bove, sia nell' indagine formale della sua scrittura.
struggente ritratto di un uomo sconfitto dalla vita ma soprattutto dal cinismo delle sue donne, moglie e figlia. protagonista e comprimari sono descritti magistralmente, come sempre in Bove.
Recensioni
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scheda di Bigliosi, C., L'Indice 1998, n. 1
Riprende finalmente in Italia la pubblicazione, non troppo spedita sinora, delle opere di Emmanuel Bove (1898-1945), esponente estremo della letteratura della desolazione, in cui il soggetto, in uno stato di continua precarietà, appare sempre più disgregato e incapace di afferrare il senso della realtà circostante. Protagonista di questo racconto è Antoine Atout, parrucchiere senza gloria, sottomesso dalla vita stessa, inconsapevolmente segnato da un oscuro destino di sconfitto La grande maestria di Bove immerge impalpabilmente il lettore nelle manie persecutorie e nelle ossessioni interiori del protagonista, costantemente errabondo tra la condizione del vuoto e l'irrevocabile stato della perdita. La qualità della traduzione non priva il testo dell'esasperata attenzione per il dettaglio, che si dispiega in una dilatazione mostruosa sino a far scomparire il soggetto e a lasciare al centro della pagina una fusione del dettaglio psicologico con quello visivo che ricorda talvolta le immagini cinematografiche. Dopo aver letto un romanzo di Bove, così si pronunciò Rainer Maria Rilke: "Nella mia infanzia si aveva ancora l'abitudine di farsi i guanti su misura; era un'esperienza assai curiosa quella di tendere le mani al guantaio. Leggendo Bove me ne è tornato il ricordo, compresa la sensazione fisica delle dita esposte al calcolo".
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