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Le ossa dei morti Miriam Palombi .. In un borgo sperduto un uomo diviene erede una una villa, una villa dal passato oscuro la cui storia passa da orfanotrofio a casa per i reduci di guerra. Eirik ha avuto questo posto da suo zio Jacopo, uomo ossessionato da letture di riti pagani e simboli che collegano tutti a una sola cosa: il male nella sua forma più assoluta. Tra le pagine di questo libro si ha una storia di horror puro. .. Veramente un bel romanzo! Ambientazione, trama e storia ti trascinano in una lettura da paura e cardiopalma. Sto apprezzando molto questo genere e questo è il secondo romanzo che leggo di questa bravissima autrice. In questo libro la narrazione ti trascina tra passato e presente in un racconto pieno di angoscia e horror. .. Molto bene scritto e che consiglio assolutamente, soprattutto per chi come me apprezza questo genere senza troppo splatter. .. .. .. ⭐⭐⭐⭐/5
Le ossa dei morti è un racconto horror scritto da Miriam Palombi ed edito Dark Zone. Questo libro è stato nella mia wishlist per molto tempo e adesso che l'ho letto posso dire che non mi ha delusa. C'è un crescendo di tensione e il lettore viene trascinato sempre di più all'interno del libro. L'autrice inoltre è stata brava con la caratterizzazione psicologica dei personaggi, forse con più pagine a disposizione sarebbe riuscita a caratterizzarli perfettamente, ma visto che è un racconto di 100 pagine è stato fatto un buon lavoro. La storia si svolge su diverse linee temporali intrecciate però tra loro, epoche diverse ma con la stessa protagonista, la Casa Nera. Una lettura macabra e con scene forti che sicuramente impressioneranno i deboli di stomaco. Una lettura che scorre velocemente grazie alla prosa pulita dell'autrice. La storia è inquietante ma forse avrei preferito quel vedo non vedo che spaventa molto di più del mostro o del fantasma descritto, ma comunque è stata una lettura piacevole e coinvolgente. Un libro adatto a chi ama le storie di case infestate.
Un romanzo horror, molto carnale, sanguigno. Se non siete degli appassionati, o non vi piacciono (o addirittura vi disturbano), di descrizioni esplicite, ecco... vi avviso per tempo, potreste trovare alcune scene molto crude. Lo stile dell'autrice è molto visivo, cinematografico per certi aspetti, anche se oserei dire che è uno stile che tocca e fa a stimolare tutti e cinque i sensi, non soltanto la vista. E' un modo di scrivere che affonda nelle nostre percezioni quotidiane, stimolandole, allargandole, coinvolgendole in un'esperienza sensoriale unica, e terribile al tempo stesso. Uno stile che l'autrice ha già utilizzato in "Miseri resti sepolti", la sua raccolta di racconti (ve ne ho parlato qua?), più intenso rispetto al ritmo narrativo denso e più asciutto di "L'archivio degli Dei" o "Legacy of darkness". Uno stile, a mio parere, adatto per evocare le atmosfere oscure della casa maledetta. Il romanzo avrebbe potuto chiamarsi anche "La casa nera", perché tutto ruota attorno a una misteriosa casa, un’oscura presenza arroccata sulle pendici del Lago Rivonero, la quale, come si legge nella quarta di copertina, nel corso dei secoli ha attirato nefandezze di ogni genere. "Là riposa il male che non dorme mai" (Chi indovina la citazione?^^). Proprio questo male è il vero protagonista degli uomini, perché è proprio così, trova sempre, ahimè, un modo per fare nuovi danni, per irretire nuove vittime: sangue chiama sangue. E questo è verissimo in questo romanzo, dove i destini di tanti personaggi (figure deboli, solitarie, sofferenti) vengono calamitati da questo luogo misterioso e in cui finiscono per tornare, anche dopo essere riusciti, per grazia di qualche oscuro potere, a fuggire.
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