Per secoli le popolazioni rom della Bulgaria hanno addestrato gli orsi a ballare, allevandoli in famiglia e portandoli a esibirsi in strada. Dopo la caduta del Comunismo anche per i proprietari di orsi finisce un'epoca: sono costretti a liberare i propri animali che trovano rifugio in oasi protette per la fauna selvatica. Ancora oggi però, ogni volta che vedono un essere umano, quegli orsi si alzano sulle zampe posteriori per danzare. Parte da qui, da queste storie e immagini, il nuovo e coinvolgente reportage di Witold Szab?owski. Con lui incontriamo persone straordinarie in tutta l'Europa orientale - ma anche a Cuba e a Londra - che, come gli orsi bulgari, pur essendo libere provano nostalgia per i tempi in cui non lo erano. Un travolgente lavoro sul campo che è allo stesso tempo affresco sociale ed economico degli ex Paesi comunisti (Bulgaria, Ucraina, Georgia, Kosovo...) e racconto dell'esodo da un'ideologia, un modo di vivere, un sogno oppure un incubo che ha segnato un secolo intero. L'edizione è arricchita dagli scatti del fotografo Albin Biblom.
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Reportage bellissimi, quello sugli orsi danzanti vale da solo tutto il libro. Anche quello sul museo e sul culto di Stalin nel suo paese natale non è da meno ("Stalinuccio, stalinuccio mio...figlio, marito, padre esemplare" dichiarano gli intervistati).
Un libro davvero interessante, con tante informazioni su paesi a noi vicini che non sempre conosciamo. La prima parte, che da anche il titolo, è riservata alla fine del tradizionale spettacolo con gli Orsi fatto in Bulgaria. La seconda parte è un viaggio in alcuni paesi, principalmente ex comunisti, che affrontano il passaggio al capitalismo. Tutti i temi sono trattati tramite l'incontro diretto con le persone. Il libro è scritto molto bene, la lettura è scorrevole, con momenti emozionani. Consigliato!