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1955 - Nastro d'Argento - Miglior attrice - Mangano Silvana
1955 - Nastro d'Argento - Miglior attore non protagonista - Stoppa Paolo
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Divertente e riflessiva commedia sulle particolarità di Napoli, dei suoi personaggi e delle loro abitudini.
Come è cambiata Napoli…stritolata dalle spire di un’Idra a cui anche Eracle soccombe. Nel 1954 il rione Sanità, dove venne girata gran parte del film, seppur già infetto dai germi del malaffare si poteva ancora definire come un quartiere imbevuto di ogni fattore garante della napoletanità. Forse, come avrebbe detto Luciano De Crescenzo qualche decennio dopo, l’ultima speranza per la razza umana. Oggi, gli scorci del quartiere mostrano poche differenze da Baghdad, se non fosse per i palazzi sconquassati dalle bombe in quest’ultima. Di oro ne è rimasto ben poco e quella quantità trascurabile che giace oggi tra malavita e indifferenza, tenta di resistere con eroico coraggio. Vittorio De Sica, su una formidabile idea di Cesare Zavattini ricavata da una raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, ci offre, una radiografia limpida seppur variopinta, rigogliosa, seppur nostalgica, inimitabile, seppur dilaniata del “ventre” di Napoli. Grazie, Matilde. Prodotta da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis (chissà perché tra le protagoniste figurano Fantoni “Ph” Cesira e Silvana Mangano, mah…), audace sia nella fotografia con un meraviglioso bianco e nero (Carlo Montuori), che nel montaggio (Eraldo Da Roma), l’opera si divide in sei episodi che in qualche modo rappresentano i simboli, i vittoriosi vessilli, gli splendenti amuleti di quella città che oggi è, purtroppo, praticamente scomparsa.
Reincarna a pieno il fascino di Napoli!
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