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Anno edizione: 1982
Anno edizione: 2014
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L'adolescenza difficile di Bernhard a Salisburgo in collegio negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Critica al sistema scolastico, l'ambiente che lo circondava e terribili pensieri sul suicidio (per fortuna mai messi in atto). Scritto con il suo famoso stile martellante ed ipnotico, la prosa di Bernhard è come sempre intensa e non lascia vie di scampo, trascinando il lettore in un vortice già dalla prima pagina.
Libro interessante per conoscere l'autore. Si apre su Salisburgo, bellissima città ma non amata affatto dal narratore, ove trascorse anni "atroci" della fanciullezza in un collegio, luogo di sofferenza. Fin dalla prima infanzia ebbe un'esistenza difficile: arduo il rapporto con la madre; il padre, non l'ha mai conosciuto. Per fortuna c'erano i nonni. Il nonno, uomo "formato alla scuola di Montaigne" . Curiosa l'influenza recepita dalla nonna, da cui ereditò la passione per i cimiteri. Questa donna era instancabile "visitatrice di camere mortuarie e obitori" ; conosceva a menadito 'tutte' le tombe, "argomento inesauribile di conversazione" .
Inopinatamente mi è piaciuto, questo Bernhard da romanzo con le sue complicate e avviluppanti considerazioni inattuali sull'arte.Il fatto di aver letto questo romanzo alla luce della sua autobiografia mi ha permesso di ritrovare proprio la voce narrante in prima persona che di Bernhard ho tanto amato in quei cinque volumetti. Onnipresente, sempre, esplicito o sottinteso, il discorso sulla musica e sulla volontà di fare della propria compagna di vita un recipiente inerte in cui riversare il proprio sapere, temi centra li anche ne La fornace ;la musica che poi si insinua nella struttura stessa della frase di Bernhard, che come la forma della fuga dispiega infinitamente sempre lo stesso tema che insegue se stesso. Consiglio davvero.
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