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Un libro calamita, che si divora in un boccone, magari soffermandosi su alcuni dettagli culturali. Per esempio l’ospitalita’ intesa come dono di Dio in Iran o l’attenzione degli iraniani ai bisogni degli ospiti, accuditi con cura. Il libro entusiasma, appassiona e coinvolge. Cio’ che piu’ avvince e’ il significato che l’autrice attribuisce al viaggio. Qui il viaggio non e’ quello turistico che ha lo scopo di svagare, divertire, rilassare, o semplicemente visitare posti diversi. Piuttosto il viaggio per l’autrice serve per capire, conoscere ed apprezzare. Soprattutto, vedo nel libro di Marcella Croce il viaggio della mente che diventa libera attraverso la riflessione sull’ esperienza. La mente costruisce, conosce se stessa e supera barriere. Marcella Croce inizia il suo libro raccontando in modo autobiografico il suo “apprendere” il viaggio sin da piccola. Marcella faceva piccole esperienze di viaggio in Europa con il padre e la famiglia, ma girava anche il mondo con la mente, collezionando francobolli o sfogliando i volumi gialli della rivista National Geographic che riceveva a casa direttamente dall’ America. Poi bellissimi gli apprezzamenti dell’autrice verso l’uso della library, le biblioteche negli USA - l’autrice ha svolto parte dei suoi studi negli Stati Uniti. Le biblioteche qui sono intese come luoghi dove i libri si possono cercare, toccare, leggerle, dove si puo’ fare ricerca, biblioteche come luoghi pulsanti della cultura. In tutto il libro traspare anche un dato di fatto: Per essere un viaggiatore bisogna essere dinamici, easy going, affabili, pronti ad affittare la propria casa per viaggiare, a prepararla, a rimetterla a posto dopo, ad ospitare stranieri, a spostarsi in bici, a piedi, in barca, a partire con vecchi vestiti e a poi a donarli prima del ritorno, ad affrontare difficolta’, a mettersi in gioco e quindi in ultima analisi a rischiare per il viaggio della mente libera. Highly recommended.
Leggendo questo libro si avverte il senso di quanto sia infinito il mondo, non tanto per l'estensione, quanto per la ricchezza culturale e umana che dona il viaggiare. Nel libro si narrano, con variopinte pennellate di ricordi, i momenti più significativi che i viaggi possono riservare, specialmente, poi, se sono condivisi con persone care, per svelare, infine, come questo intenso girovagare lasci una traccia indelebile nella propria esistenza.
il libro non ha nulla da invidiare ad altri dello stesso genere precedentemente pubblicati da nomi altisonanti anche perché l'amore per il viaggio e le culture differenti, nell'autrice, è nato prima ancora che venisse a contatto con Marques o Kapuscinschi. Infatti trovo il libro molto originale e oltremodo interessante, la prosa è liscia e scorrevole e ----il libro si legge come bere un bicchiere d'acqua fresca. Quando ho finito di leggerlo avrei voluto che continuasse ancora per conoscere altre genti e altre avventure così agevolmente raccontate.
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