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Fernando Arrabal. L'uomo che tolse le manette ai fiori (GAZZETTA DI PARMA, 31 maggio 1994) Fernando Arrabal nasce a Melilla (Marocco spagnolo) l’11 agosto del 1932. Il padre, Fernando Arrabal Ruiz, ufficiale dell’esercito, è repubblicano, la madre è conservatrice. Nel 1936, il generale Franco, seguito dai nazionalisti, dichiara guerra al governo repubblicano. All’alba del 18 luglio 1936, Fernando Arrabal Ruiz, denunciato dalla moglie, viene arrestato, imprigionato e condannato alla pena di morte. In seguito, la condanna sarà tramutata in trent’anni e un giorno di reclusione. Trasferito a Burgos, sarà dichiarato folle e il 4 dicembre 1941 sarà trasferito dalla prigione all’ospedale psichiatrico. Il 28 gennaio 1942, evade in pigiama, senza documenti e senza mantello, "all’epoca, un metro di neve ricopriva certe regioni della Castiglia". Poi, più nessuna notizia. È questo l’episodio più importante della vita di Arrabal, anch’egli protagonista, nel 1967, di un arresto per "espressioni irriverenti nei riguardi della patria e della religione". Nel 1940, da Melilla, Arrabal si trasferisce con la madre a Madrid. Studia presso i padri Scolopi e, su indicazione della madre, prosegue i suoi studi per divenire ufficiale dell’aviazione militare. A sedici anni, dato "lo spirito militare nullo", frequenta i corsi di giurisprudenza e, da autodidatta, costruisce la sua formazione letteraria sui testi di Kafka e di Dostoevskij. Comincia a scrivere poesie, a costruire marionette e a scrivere i testi per brevi pièce teatrali. Nel 1955 vince una borsa di studio che gli permette di andare a Parigi, città nella quale vivrà e nella cui lingua scriverà le sue opere. Entra in contatto con i movimenti avanguardisti e surrealisti dell’epoca. Alla scadenza della borsa di studio, una grave forma di tubercolosi lo costringe a trascorrere un anno e mezzo nel sanatorio di Bouffémont, dove completa la sua prima raccolta di pièce pubblicata, nel 1958, dall’editore Julliard. Dal 1959 per le regie di Jean-Marie Serrau, Peter Brook,
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