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Il volume esamina la metafisica di Ernst Jünger traendo spunto dallo studio circostanziato di Der Arbeiter (1932). Il confronto tra Jünger e altri eminenti pensatori quali Spengler, Heidegger, Simmel, Schmitt, Evola, Guénon ed Eliade conduce a esplorare i principi di una metafisica che si abbevera alle fonti della filosofia antica (Platone, Plotino) e alle sorgenti della dottrina nietzscheana manifestandosi nella determinazione di diverse Figure: l’Operaio, il Ribelle, l’Anarca. Il saggio misura la valenza metapolitica de L’Operaio rispettando l’idea “tradizionale” secondo cui la metafisica si concreta nel tempo fornendo all’uomo una lente per interpretare la storia. Con Der Arbeiter Ernst Jünger concepisce un “nuovo” Tipo umano che, tramite l’utilizzo eroico della tecnica, incarna una gestaltica sovraindividualità servendo con totale abnegazione il destino di dominio della Forma. Anche in virtù del suo valore metafisico, lo scritto del ‘32 appare, in modo complesso e originale, un tipico germoglio della Rivoluzione Conservatrice.
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