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Capisco sia il suo primo romanzo, ma mi ha parzialmente deluso. La storia è inverosimile, personaggi poco credibili, pensieri ironici del protagonista a dir poco stupidi. Peccato perchè i temi che tratta sono molto interessanti, primo fra tutti, i misteri della cappella san Severo e del suo fondatore. Non parliamo del finale... fantascientifico. Sono comunque curioso di leggere i suoi nuovi romanzi.
Per quanto scritto qualche anno fa, questo primo libro di Martin Rua mi ha incuriosito, da amante di libri a carattere storico e interessato agli aspetti esoterici, per i contenuti riportati nella presentazione. In effetti i luoghi in cui è ambientato il racconto sono suggestivi ed affascinanti, nonchè permeati di mistero, come Praga, Napoli e la cattedrale di Chartres, forse la massima opera di quelle incredibili cattedrali francesi che sorsero tra il XII e XIII secolo. Parecchi i richiami esoterici presenti, soprattutto di natura alchemica, e interessante la rappresentazione delle varie logge con i relativi gradi degli appartenenti, in funzione della loro importanza (fino al grado di Maestro o Gran Maestro, che richiama ordini monastico-cavallereschi come quello dei Templari, dai quali del resto si fanno discendere le logge massoniche). Detto quindi che lo sfondo e gli argomenti su cui si basa il racconto sono senz'altro stimolanti, un pò meno efficace mi è sembrata la parte romanzata, il thriller in quanto tale, con personaggi che, almeno per quanto mi tiguarda, non sono apparsi del tutto convincenti e coinvolgenti, e forse fin troppi fratelli e logge a scontrarsi tra di loro per raggiungere lo stesso obiettivo (anche se probabilmente l'autore descrive una realtà che ben conosce). Interessante la descrizione della Cappella Sansevero a Napoli, voluta da Raimondo di Sangro, personaggio noto per la sua passione per l'alchimia e l'esoterismo, che racchiude una delle statue più famose al mondo, quella del Cristo velato (è assolutamente da vedere). Autore comunque interessante, a cui vanno i complimenti, che probabilmente ha maggiormente strutturato la componente narrativa nei suoi successivi libri (è recentemente uscito Le nove chiavi dell'antiquario che presenta al suo interno tutto ciò che di occulto ed esoterico può interessare appassionati di storia medievale e dei suoi grandi segreti).
Il libro di Martin Rua ha un pregio sopra tutti gli altri: mette in risalto il patrimonio esoterico del nostro paese, in particolare di Napoli. Senza andare a cercare per forza ambientazioni esotiche (che pure ci sono ne L'Ombra d'Argento), Rua ci porta a spasso nella cappella Sansevero, attraverso il cuore pulsante della città partenopea, per poi farci volare a Chartres, stabilendo un filo rosso tra le capitali europee della tradizione esoterica occidentale. Rua è massone e si vede: parla della Libera Muratoria come solo chi la conosce bene può e sa fare. La sua è una Massoneria che piace, un'associazione di studiosi e ricercatori, quale realmente essa è; un'istituzione finalmente libera dalle ombre dei denigratori ad oltranza. Infine il romanzo è anche un'eccitante avventura, che una volta giunti all'ultima pagina vi fa commentare: "speriamo ne facciano un film!".
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