Progettata da alcuni dei maggiori architetti italiani del dopoguerra (Figini, Pollini, Gardella, Zanuso, Sottsass, Valle…), la sede dell’Olivetti a Ivrea costituisce un esempio paradigmatico delle relazioni tra cultura architettonica e modello industriale. Il libro propone una lettura critica del ricco e unico patrimonio delle architetture di Ivrea, sede della società Olivetti, fabbrica di macchina da scrivere famosa in tutto il mondo. Catalogo approfondito del Museo a cielo aperto delle architetture moderne di Ivrea, il testo ricostruisce in particolare la vicenda che dagli anni Trenta agli anni Cinquanta vede al suo centro Adriano Olivetti e il suo rapporto con l’architettura e l’urbanistica. Nella metà degli anni Trenta inizia con Adriano Olivetti infatti non solo un rinnovamento della produzione industriale – attento alle indicazioni dei sistemi di produzione americani e alle politiche di diffusione del prodotto – ma anche un lungo processo di costruzione del territorio e del suo paesaggio. A partire dal 1945 Ivrea diventerà un punto di riferimento non solo per gli intellettuali italiani, interessati alla costruzione di una nuova società civile, ma anche la meta di architetti e urbanisti che, attraverso la loro opera, creeranno il manifesto delle idee di Olivetti: architetti come Luigi Figini e Gino Pollini, Ignazio Gardella, Marco Zanuso, Eduardo Vittoria, Ettore Sottsass, urbanisti come Giovanni Astengo, Carlo Doglio, Luigi Piccinato daranno non solo forma alla “comunità concreta”, ma anche, attraverso le singole opere costruite a Ivrea, tappe fondamentali della loro personale poetica, contribuiranno al complesso dibattito architettonico italiano e internazionale.Patrizia Bonifazio insegna storia dell’architettura contemporanea al Politecnico di Torino, mentre Paolo Scrivano è dottore di ricerca e insegna storia dell’architettura contemporanea al Politecnico di Milano-Bovisa. Ha inoltre curato il volume Tra guerra e pace. Società, cultura e architettura nel secondo dopoguerra (Milano, 1998), la nuova edizione italiana del libro di Lewis Mumford’s The Culture of Cities (1970). Sono entrambi coordinatori del nuovo Museo a cielo aperto delle architetture moderne di Ivrea.
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