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Né guida né diario di viaggio, ¡Olé! è un reportage scritto guardando con esplicito affetto e una punta d'invidia ai grandi reporter del passato, in particolare a quel Vittorio G. Rossi, di cui sarebbe fuori luogo emulare oggi la rutilante scrittura ipermetaforica e l'atteggiarsi laconico a eroe di epiche esplorazioni. Sulle tracce di questo irripetibile modello, un po' come il Woody Allen di Provaci ancora, Sam nei panni di Bogart, Roberto Baravalle ci racconta la Spagna "caleidoscopica" dei nostri giorni, dal mondo arcaico dei toreri "vestiti di luce", delle processioni, del flamenco e dei gitani, a quello postmoderno del Forum delle culture di Barcellona e delle recenti trasformazioni urbanistiche della stessa città. Sono Spagne diversissime che convivono, e per raccontarle anche il reporter attinge alle fonti più diverse: dai romanzi di Antonio Muñoz Molina ai film di Almodovár, dalle canzoni di Joaquín Sabina alle pagine dei classici come Cervantes e Unamuno. Ma in primo piano c'è sempre l'esperienza direttamente vissuta e il dialogo con figure non convenzionali, che fanno emergere una Spagna diversa da quella delle cartoline e delle agenzie di viaggio. Facciamo così conoscenza con una donna-torero di origini fiorentine; con Giovanna, audace sperimentatrice della vita di strada tra giocolieri e gitani; con un talentoso pittore africano costretto, per vivere, a dipingere oleografiche vedute di Madrid. Il fascino della narrazione è accresciuto dal moltiplicarsi dei piani temporali: per raccontare il mondo del toreo , ad esempio, l'autore spazia dalle origini, documentate in uno splendido ciclo di incisioni di Goya, al presente, senza negarsi occasionali incursioni nel passato intermedio, incursioni che smontano il mito gonfiato di El Cordobés o ridimensionano Dominguin, più memorabile come rapinoso amatore che come toreador. Analoghi squarci storici rimandano a episodi salienti della guerra civile o di periodi più remoti. Difficile trovare, insomma, una lettura più adatta alla preparazione di un viaggio stimolante e informato, di un viaggio che voglia sottrarsi alla banalità del prevedibile e alla presa semplificante dei luoghi comuni.
Mariolina Bertini
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